Fabriano

Genga, le priorità: rimuovere i quattro fusti di cromo esavalente e bonificare l’area, costo circa un milione

Servirà tempo, forse qualche anno, ma finché l’area non verrà ripulita a dovere e ci saranno tracce di questa sostanza altamente tossica per l’uomo e per l’ambiente, non potranno ripartire e concludersi i lavori di raddoppio della SS 76 tra Fabriano e Serra San Quirico

L'area recintata
L'area recintata per il ritrovamento dei fusti

GENGA – Mettere in sicurezza l’area del viadotto Mariani, a Valtreara di Genga, con la rimozione urgente, dei nuovi quatto fusti di cromo esavalente ritrovati, poi nuovo studio del terreno e bonifica ulteriore. Servirà tempo, forse qualche anno, ma finché l’area non verrà ripulita a dovere e ci saranno tracce di questa sostanza altamente tossica per l’uomo e per l’ambiente, non potranno ripartire e concludersi i lavori di raddoppio della SS 76 tra Fabriano e Serra San Quirico.

Intanto si pianificano le tappe: la prima, quella per rimuovere quanto rinvenuto la settimana scorsa, potrebbe arrivare a costare anche un milione di euro. Questa, in estrema sintesi, gli esiti scaturiti dall’incontro svoltosi a Genga per fare il punto della situazione che blocca il raddoppio della direttrice Ancona-Perugia all’altezza del viadotto Mariani, a seguito del nuovo rinvenimento di fusti contenenti materiale tossico. Per circa 1 chilometro, infatti, bisognerà attendere ancora molto per viaggiare su quattro corsie perché il completamento del viadotto non potrà riprendere (è bloccato da aprile 2018) fin quando non sarà ultimata nuova bonifica. E questo per via del ritrovamento, complessivamente, di dieci fusti contenenti cromo esavalente.

A Genga si sono ritrovati il sindaco Marco Filipponi, l’assessore regionale Francesco Baldelli, Provincia, Arpam, contraente generale Astaldi e Quadrilatero. «Si apre un nuovo scenario, purtroppo. Bisogna necessariamente rimuovere i fusti – dichiara il sindaco di Genga, Marco Filipponi – e sarà un intervento che costerà tra gli 800mila e il milione di euro, salvo ulteriori necessità. Poi bisognerà fare nuovo piano di caratterizzazione».

La prima fase è la più urgente visto che si tratta di mettere in sicurezza l’area «poi serviranno indagini con un allargamento del raggio d’azione per evitare nuovi colpi di scena e la bonifica. Sicuramente – prosegue il primo cittadino – di veloce c’è la messa in sicurezza. Bisogna evitare che quanto ritrovato possa inquinare ulteriormente. I quattro fusti di cromo esavalente vanno rimossi subito per evitare percolazione nel terreno sottostante».

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