Fabriano

Federica Stroppa racconta la “sua” Maratona di Roma… e quell’angelo che l’ha spinta per 42 chilometri

Esperienza straordinaria per la fabrianese: «Che emozione a Piazza di Spagna, tutti in piedi ad applaudirci». A condurla sulla sua carrozzina è stato lo "spingitore" padovano Stefano Salvin: «Adoro far vivere a questi ragazzi delle emozioni particolari, alla fine ho sempre le lacrime agli occhi»

La fabrianese Federica Stroppa alla Maratona di Roma con il suo "spingitore" Stefano Salvin (Foto4Go)

FABRIANO – «Mi sono divertita tantissimo, è stata una esperienza straordinaria». È entusiasta la fabrianese Federica Stroppa dopo aver partecipato domenica 8 aprile alla Maratona di Roma, la 42 chilometri più famosa d’Italia.

Insieme ad una ventina di altri ragazzi in carrozzina, infatti, ha avuto la possibilità di partecipare alla corsa per le vie della Capitale, grazie all’impegno di volontari “spingitori” che li hanno trasportati lungo il percorso, regalando a tutti loro una mattinata davvero unica.

«Il mio “spingitore” era Stefano Salvin, di Padova – racconta Federica. – La fatica più grossa l’ha fatta lui, anche per il caldo, ma anche io alla fine ero un po’ stanca dopo 7 ore e 20 minuti seduta. È stata davvero una esperienza indimenticabile. I punti più belli? Beh, direi la partenza dai Fori Imperiali con i diecimila podisti partecipanti, poi il passaggio a San Pietro, ma soprattutto Piazza di Spagna: quando siamo passati noi in carrozzina, la scalinata era piena di gente e tutti si sono alzati in pedi ad applaudire, davvero emozionante. Lo scopo era di arrivare tutti insieme e pertanto chi andava più piano è stato aspettato fino al traguardo. Qui, ognuno di noi ha abbracciato il proprio “spingitore”, perché durante le oltre sette ore di gara tra noi si è stretto un forte rapporto. È stato davvero bello».

«Fare lo “spingitore” è una cosa che mi dà una grande carica, per me da alcuni anni è un appuntamento fisso – ci racconta lo stesso Stefano Salvin, padovano, che ha condotto Federica dalla partenza fino all’arrivo. – Regala emozioni altissime, perché si crea una simbiosi con il tuo ragazzo durante i 42 chilometri e alla fine ogni volta ho i brividi e le lacrime agli occhi».

Una esperienza che è anche un probante sforzo fisico per lo “spingitore”. «Sì, è certamente dura, ma non provi nessun tipo di fatica – dice Salvin – perché questo è un altro modo di affrontare la maratona, è diverso che correre da soli».

Stefano ci racconta anche com’è nata questa sua passione. «Ho iniziato a correre circa quattro anni fa e nel 2015, a Venezia, ho avuto l’occasione di prestare un servizio accompagnando per alcuni chilometri due disabili di Sla. La cosa mi è piaciuta e l’anno successivo sono entrato in contatto con la società INiX Sport di Luco dei Marsi nel progetto ideato da Francesco D’Andrea, di cui tutt’ora faccio parte, in cui lo “spingitore” accompagna per tutti i 42 chilometri il suo ragazzo in carrozzina, tanto che si crea un profondo rapporto di confidenza e amicizia. Alla Maratona di Roma del 2016 c’erano due ragazzi, nel 2017 sei e quest’anno quattordici. È un progetto semplice, che coinvolge disabilità di ogni tipo, non si raccolgono fondi e non c’è nessun obiettivo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, l’unico scopo è far vivere a queste persone delle sensazioni particolari, quelle di correre in mezzo alla gente, alla città, sentire l’aria sulla faccia».

Per la fabrianese Federica Stroppa, dunque, un’altra esperienza sportiva messa in cassaforte. Ricordiamo, infatti, che il suo sport è il nuoto paralimpico con la polisportiva disabili “Mirasole Fabriano”. Categoria S4, nel corso della sua carriera si è tolta tante soddisfazioni in acqua, con piazzamenti italiani e internazionali a iosa e in passato una breve esperienza anche con la Nazionale paralimpica. Tutt’ora, a 41 anni, continua a gareggiare e a conquistare qualche bel podio tenendo alto il nome della sua città.

La Maratona di Roma è stata una divertente variazione alla sua attività sportiva che si svolge non in strada… bensì in acqua.

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