Fabriano

Fabriano: gli zampognari professionisti al Presepe Vivente della chiesa di San Nicolò

Giovanni Borraro e Mario Spolidoro hanno suonato, oltre che in parrocchia, nella casa rifugio per le vittime di tratta Casa tra le Nuvole della Comunità Papa Giovanni XXIII, in una casa di riposo e in una struttura per ospiti con disabilità mentale

Piazza del Comune

FABRIANO – «Portiamo il Natale agli ultimi e ai distratti». Questo il proposito degli zampognari Giovanni Borraro e Mario Spolidoro che, su invito del parroco della chiesa di San Nicolò di Fabriano, Don Aldo Buonaiuto, hanno partecipato al Triduo dedicato al Santo. La zampogna è uno strumento musicale di origine pastorale in uso ancora oggi nell’Italia centrale e meridionale la cui funzione era quella di scandire i momenti salienti dell’anno agricolo, secondo l’arcaico calendario stagionale. Per poi passare anche ai periodi festivi e liturgici. È tra le melodie che più di tutte rimandano al Santo Natale. 

Don Aldo Buonaiuto e gli zampognari

L’iniziativa

Lo sanno bene i parrocchiani di San Nicolò di Fabriano che, per il triduo dedicato al Santo, hanno ascoltato il suono della zampogna e della ciaramella prodotto dai due zampognari professionisti. Per il triduo dedicato al Santo di Bari, il parroco don Aldo Buonaiuto, con l’aiuto dei parrocchiani, ha inscenato il presepe vivente con la Madonna (incinta), san Giuseppe e un’asinella (vera). Non poteva mancare l’ospite d’onore, San Nicolò, che ha raccolto le letterine e dato dei doni ai tanti bambini intervenuti. Tutti i momenti salienti sono stati accompagnati dalla musica dei due zampognari appositamente invitati da don Aldo per allietare i numerosissimi fedeli accorsi.

«Siamo stati contattati attraverso il nostro sito internet dal parroco, don Aldo Buonaiuto, che ha organizzato il triduo in onore di san Nicolò con molteplici iniziative. Voleva portare la musica del Natale ai fedeli della parrocchia e a quanti fossero intervenuti», raccontano dopo aver suonato in occasione della rappresentazione del Presepe vivente. «La gente è molto più distratta. Oggi tutti hanno in mano il cellulare per fare foto o per chattare, ma non alzano gli occhi per osservare con attenzione né aprono le orecchie per ascoltare la musica. Un tempo la gente accorreva in piazza al suono della zampogna, o si affacciava dalle finestre. Oggi la gente ha più paura, è diffidente. Siamo inoltre costantemente sommersi dal rumore di fondo, o delle televisioni, o della città. Giovanni Borraro e Mario Spolidoro hanno suonato, oltre che in parrocchia, nella casa rifugio per le vittime di tratta Casa tra le Nuvole della Comunità Papa Giovanni XXIII, in una casa di riposo e in una struttura per ospiti con disabilità mentale attive entrambe nel fabrianese.

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