Fabriano

Fabriano: al teatro Gentile anteprima nazionale di Tutto Brucia di Motus

Uno dei gruppi più amati e seguiti a livello internazionale diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Coproduzione con il Teatro di Roma e Kunstencentrum Vooruit

Il teatro Gentile a Fabriano|
Il Teatro Gentile a Fabriano|L'orchestra filarmonica marchigiana

FABRIANO – Il Teatro Gentile di Fabriano conferma la sua vocazione di luogo privilegiato per la creazione artistica ospitando – nel programma di Fabriano Scena d’Estate promosso dal Comune di Fabriano con AMAT, Regione Marche, MiC, Consorzio Marche Spettacolo nell’ambito del progetto Marche inVita. Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma – la residenza di allestimento di Tutto Brucia di Motus, uno dei gruppi più amati e seguiti a livello internazionale diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Coproduzione con il Teatro di Roma e Kunstencentrum Vooruit (BE), Tutto brucia con Silvia Calderoni, Stefania Tansini e R.Y.F. (Francesca Morello) alle musiche e lyrics, è presentato in anteprima al Gentile sabato 7 agosto alle 21, in attesa del debutto nazionale previsto a settembre al Teatro India di Roma.

Le anticipazioni

Il titolo viene da una frase di Cassandra nella riscrittura delle Troiane di Jean Paul Sarte e già di per sé mette a nudo la traiettoria di questo progetto: «Sarà un percorso di ricerca stratificato che, dalle funeste visioni delle Troiane di Euripide, andrà a intercettare, parallelamente, le voci delle nuove schiave di oggi». L’appuntamento è inserito anche nella rassegna regionale di teatro classico TAU/Teatri Antichi Uniti. «Da tempo avevamo desiderio di continuare lo scavo, dopo il viaggio dentro l’Antigone, fra le più scomode figure femminili del tragico che ancora oggi riverberano. La ricerca – affermano Motus nella presentazione dello spettacolo – è cominciata prima del lockdown e ora assume inevitabilmente altra luce e urgenza. La pandemia e il disastro climatico segnano la fine di un’epoca e Le Troiane iniziano con una fine. Tragedia anomala, senza conflitto e tessitura, o meglio il conflitto c’è stato, ma è già avvenuto: Ilio è già stata distrutta. Le donne, ridotte a bottino di guerra, attendono la spartizione, di lì a poco partiranno per mare, schiave, verso territori stranieri. Non c’è trama né intreccio, solo un perpetuo evocare gli spettri del passato. La parola di Ecuba è lamento, parola che seppellisce i morti; la parola di Cassandra rompe la stasi e dà fuoco al futuro. Ma al centro ci sono il dolore e lo strazio del lutto, che, fuori dalla sfera personalistica, aprono una questione fortemente politica. Quali sono i corpi da piangere e quali no? Quali forme abbiamo a disposizione per esprimere il lutto, il dolore della perdita (o anche separazione dal proprio luogo d’origine, come avviene per le comunità diasporiche)?, si chiede Judith Butler in un saggio sul lutto collettivo. Durante la pandemia, le cerimonie per i morti sono state sospese, e i corpi sono stati sepolti d’ufficio, di nascosto, in silenzio, senza saluto. Lo stesso accade per i corpi migranti morti in mare, per i clandestini o per le prostitute giustiziate dal sistema della tratta. Quali vite contano, dunque? Cosa rende una vita degna di lutto? Ripartiamo da queste domande urticanti per costruire Tutto Brucia che sarà inevitabilmente oscuro… ma colmo di abbacinante furore», concludono. Prima dello spettacolo, alle 19:30 appuntamento con AperiTau passeggiate di storia: Località Attiggio visita all’area Archeologica di Attidium a cura di Comune di Fabriano / Archeomega / Gli Attidiati.

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