Fabriano

Fabriano: rimossa la gru abbandonata in via Carlo Urbani. I residenti: «Ora ci aspettiamo che cessi l’incuria»

Dopo la rimozione dell'escavatore meccanico fermo da dodici mesi nel campo comunale, i fabrianesi che vivono in questa zona del Borgo chiedono all'amministrazione di ripulire i terreni nei pressi delle loro abitazioni lasciati nel degrado

Ruspa abbandonata da un anno e finalmente rimossa

FABRIANO – Ci sono voluti solo dodici mesi, ma finalmente, la “Savana” in via Carlo Urbani a Fabriano ha perso il suo “animale” meccanico. È stata, infatti, tolta la ruspa lasciata nel campo da un anno a questa parte. «Speriamo sia il preludio al taglio dell’erba, almeno una volta l’hanno magari noi residenti di serie C, ce lo meritiamo», ironizzano i fabrianesi che vivono in questa zona del Borgo.

Non sono nuovi a proteste del genere e, a inizio luglio, avevano chiesto con forza che si procedesse a una manutenzione dei terreni comunali nei pressi delle loro abitazioni. «Non vogliamo rassegnarci a un intervento all’anno, non ci meritiamo questo, visto che paghiamo le tasse come tutti», dichiarano. Qualcosa si è iniziato a muovere visto che, almeno la ruspa abbandonata da 12 mesi, è stata tolta dal campo. «Ma ora ci aspettiamo che l’incuria cessi e si provveda, al più presto, a tagliare l’erba altissima dei terreni. Un rischio per i tanti bambini che risiedono nella zona. Serpi e zecche che se non si sta attenti possono entrare dentro casa ed è già accaduto più di una volta».

Il tempo soleggiato e le alte temperature spingono a trascorrere del tempo fuori di casa, soprattutto nei bambini già provati dai lunghi mesi di lockdown. «Non è semplice per i genitori spiegare ai figli perché devono stare molto attenti ad andare nei campi. Eppure, invece che giocare sull’asfalto potrebbero utilizzare questi spazi. E per colpa dell’incuria dell’Amministrazione comunale non possono farlo», chiosano.

In coda, l’ennesimo appello. «Abbiamo iniziato togliendo la ruspa, ora ci aspettiamo il resto. In fin dei conti una manutenzione a cadenza annuale, se va bene e dietro pressanti richieste, possiamo meritarcela anche noi. Altrimenti – concludono – siamo pronti a rivolgerci all’Asur per evidenziare questa nostra sentita problematica».

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