Fabriano

Fabriano, l’ospedale come hub delle discipline chirurgiche

Il Primo cittadino, Gabriele Santarelli, ha sposato l'idea nata in seguito all'emergenza di pandemia dagli stessi operatori ed ha chiesto una convocazione della Conferenza dei Sindaci dell'Area Vasta 2

L'ospedale Engles Profili di Fabriano

FABRIANO – Far diventare l’ospedale Engles Profili di Fabriano come hub delle discipline chirurgiche di riferimento per l’Area Vasta 2 e non solo. Questa l’idea che, da sola, è nata in seguito all’emergenza di pandemia da Coronavirus. Infatti, il presidio ospedaliero cittadino è stato fra i pochi ospedali no Covid e questo ha consentito che molti interventi chirurgici fossero spostati da altri nosocomi a Fabriano. E l’urto è stato retto benissimo. Da qui, quindi, l’ipotesi che ora viene sposata anche dal primo cittadino fabrianese, Gabriele Santarelli.

«Stamattina sono stato all’ospedale Engles Profili dove, accompagnato dal responsabile di Dermatologia, Marco Ottaviani, ho potuto approfondire tutte le iniziative organizzative che sono state attivate all’interno della struttura e che hanno permesso di affrontare in maniera eccellente tutta la fase di emergenza, sin dai primi momenti, fino ad oggi. Uno sforzo organizzativo notevole che ha consentito di mettere in sicurezza le strutture e che ha fatto dell’ospedale di Fabriano il centro di riferimento regionale per l’attività chirurgica di urgenza. A tutti gli operatori va il nostro più sentito ringraziamento, ma questo non basta».

È necessario sin da ora programmare il futuro. «Questa fase di emergenza ha dimostrato che siamo in grado di essere l’hub delle discipline chirurgiche non solo in riferimento all’organizzazione dell’Area Vasta 2. Per far sì che questo sia davvero l’obiettivo da raggiungere sono necessari degli interventi e una programmazione chiara che prenda in considerazione anche la riorganizzazione degli spazi. Per questo motivo ho chiesto che venga riunita quanto prima la conferenza dei Sindaci di Area Vasta 2. È necessario iniziare già da ora a rideterminare il futuro dell’organizzazione sanitaria anche e soprattutto sulla base di questa esperienza. Abbiamo la possibilità di essere protagonisti di questa nuova fase, vogliamo esserlo, e in quella sede porteremo il nostro contributo fattivo e concreto», assicura Santarelli che ha chiesto la convocazione, in videoconferenza, entro metà maggio, «perché c’è necessità di capire come si pensa di gestire il dopo emergenza, in che condizioni ritroveremo le nostre strutture, in che modo questa fase può aver modificato il lavoro avviato, come è cambiata la pianta organica e come sono andati gli iter concorsuali avviati prima di marzo, quali sono le prospettive per l’immediato (penso ad esempio al piano ferie estivo) e per il lungo periodo».

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