Fabriano

Fabriano, la premiere del consiglio comunale al Palazzo del Podestà

Fra maggioranza e opposizioni del civico consesso di Fabriano ci sono state nuovamente scintille sulla mancata candidatura di Fabriano a capitale della cultura 2020. Si è parlato anche del futuro del piano di recupero centro storico-Borgo

La Giunta fabrianese

FABRIANO – È stato il consiglio comunale di Fabriano a tenere a battesimo la sala convegni del ristrutturato Palazzo del Podestà. Una seduta che ha fatto registrare alcune normali fibrillazioni fra maggioranza e opposizioni soprattutto sul tema della rinuncia alla candidatura della città a capitale della cultura italiana 2020. Novità anche per quel che riguarda il progetto di stombatura del Giano.
Ieri, 12 settembre, è tornato a riunirsi dopo la pausa estiva, l’Assise civica cittadina. La prima notizia è certamente il ritorno del consiglio comunale nel cuore del centro storico cittadino. Dopo un anno di esilio nella sala del consiglio dell’Unione montana a causa dei danni che Palazzo Chiavelli – sede ufficiale del civico consesso – ha riportato a seguito del sisma dell’agosto-ottobre 2016. Un ritorno in centro storico fortemente voluto dal sindaco, Gabriele Santarelli. Quest’ultimo, infatti, in occasione del suo insediamento, aveva annunciato che avrebbe fatto il possibile per riportare l’Assise civica nel centro storico fabrianese. E così è stato.

La nuova sala convegni da 240 posti al primo piano del ristrutturato Palazzo del Podestà è stata tenuta a battesimo dalla politica, alla presenza anche di un discreto pubblico. Attiva, nuovamente, la trasmissione streaming sul sito istituzionale del Comune.

Le opposizioni di Fabriano

Per il resto, la seduta si è svolta all’insegna di un ritorno di fiamma polemico in merito alla candidatura di Fabriano a capitale della cultura italiana 2020. La Giunta Sagramola aveva presentato la pre-candidatura. Entro il 15 settembre c’era da presentare la candidatura ufficiale con tanto di programma delle iniziative che si intendevano portare avanti per valorizzare la scelta. La Giunta pentastellata ha deciso di non perseguire questa strada.
Secondo le opposizioni per mancanza di coraggio e per non aver fatto nulla in 60 giorni per questo tema. La maggioranza, primo cittadino in testa, ha invece ribadito che a parte la pre-candidatura non è stato trovato nulla in merito alla programmazione. Non c’erano, quindi, i presupposti per andare avanti. Piuttosto, l’assessore Ilaria Venanzoni ha chiesto la massima collaborazione per l’organizzazione dell’annual meeting delle città creative dell’Unesco che, è ufficiale da tempo, Fabriano ospiterà nel 2019. Se dovesse andare bene, si potrà pensare a una candidatura seria.

La maggioranza

Successivamente è stato affrontato il tema relativo al Piano di recupero centro storico-Borgo con annessa la possibilità di veder scorrere per intero il fiume Giano. Anche in questo caso a sollevare la questione è stato il gruppo di Fabriano Progressista. A rispondere è stato l’assessore ai Lavori pubblici, Cristiano Pascucci che ha annunciato una sicura variante di progetto relativamente all’impianto fognario che non finirà più nel letto del fiume, ma da piazza Garibaldi proseguirà in via Ramelli. Allo studio, poi, una seconda variante che riguarda il tratto del fiume Giano da non coprire più. In questo variante ci sarà una risistemazione architettonica della piazzetta Filzi che consentirà, dunque, di non coprire più il Giano nella parte a monte del ponte dell’Aera. Mentre per l’abbassamento delle sponde, molto contestate, a valle del ponte dell’Aera occorrerà un nuovo studio idraulico.

Per il resto, una seduta che ha trattato alcuni dei 37 argomenti posti all’odg, fra i quali l’approvazione dell’adesione al Polo bibliotecario provinciale per il 2017, la revoca delle autorizzazioni per piano di recupero di iniziativa privata proposto dalla società Marchese del Grillo con la quale si sarebbe dato vita all’ampliamento del numero delle stanze capaci di soddisfare le continue maggiori richieste di una clientela sempre più attenta, e di offrire nuovi servizi come il beauty-farm, spazi espositivi/informativi enogastronomici, aree relax, percorsi verdi, locali accessibili ai disabili ed adeguati parcheggi. Una revoca che si è resa necessaria in quanto la stessa società ha rinunciato al progetto.

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