Fabriano

Fabriano: Indelfab (ex JP), disponibilità al ritiro della mobilità, ma con nuovi strumenti di sostegno

Prossima riunione, in remoto, il 17 settembre. I lavoratori, riuniti in assemblea, rimangono con il fiato sospeso e non percepiscono cassa integrazione da alcuni giorni

Assemblea alla Indelfab con i sindacati

FABRIANO – All’angolo, in contumacia visto che non era collegato direttamente, ma per interposta persona, l’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli, che però ha solo fornito una disponibilità di massima a ritirare la procedura di mobilità, se saranno individuati strumenti che giudicherà adatti per andare avanti. Questo, in estrema sintesi, quanto accaduto nel primo faccia a faccia virtuale per la vertenza Indelfab di Fabriano, ex JP Industries, dove è stata aperta il 19 agosto scorso, una procedura di mobilità per l’intera forza lavoro, vale a dire 583 lavoratori, di cui circa 300 residenti nel fabrianese. Un summit in video conferenza che si è protratto per circa due ore e che ha visto collegati per il ministero dello Sviluppo economico le sottosegretarie Alessia Morani e Alessandra Todde; per il ministero del Lavoro la sottosegretaria Francesca Puglisi; i sindaci di Gualto Tadino e Nocera Umbra, assente il Primo cittadino di Fabriano; i rappresentanti dei sindacati di categoria Fim-Fiom-Fim; gli assessori regionali Loretta Bravi per le Marche e Michele Fioroni per l’Umbria; per l’azienda non era presente Giovanni Porcarelli, ma esponenti del CdA, fra cui la figlia.

E proprio alla Indelfab è toccato il compito di aprire l’incontro in remoto. È stato ricordato che, in base al Decreto Agosto, al fine di salvaguardare la massa creditizia, si è scelto di aprire la procedura di mobilità per l’intera forza lavoro, non avendo individuato altre vie percorribili.

Le sottosegretarie Morani e Todde hanno fortemente stigmatizzato questo atteggiamento, visto che della procedura di mobilità ne sono venute a conoscenza dagli organi di informazione, mentre erano state sempre rassicurate circa la volontà di voler presentare una nuova domanda di concordato. «C’è molta preoccupazione, ma ci troviamo in una situazione in cui ci sono nuovi strumenti in capo al Mise per cercare investimenti complementari e alternativi sul territorio per garantire continuità aziendale e livelli occupazionali», le loro parole. Fra questi, il celeberrimo Accordo di Programma per le aree colpite dalla crisi della ex Antonio Merloni che vede ancora circa 21milioni di fondi a disposizione per nuovi progetti di sviluppo. Dal primo ottobre prossimo, sarà riaperto lo sportello per questo scopo.

I sindacati di categoria, tutti unitariamente, hanno chiesto il ritiro della procedura di mobilità, accompagnato da una proroga della cassa integrazione, scaduta il 6 settembre scorso, per un sostegno immediato ai lavoratori e che sia propedeutica al rilancio dell’azienda.

Infine, dal ministero del Lavoro si è assicurato che si valuterà la possibilità, con interlocuzione stretta con l’azienda, di individuare lo strumento più opportuno per far fronte a questa vertenza, «a fronte del ritiro della mobilità», per sostenere sia i lavoratori che un progetto industriale serio e concreto di rilancio. L’azienda ha dato disponibilità al confronto, ma nulla di più.

Tutte le parti hanno deciso di riaggiornarsi al prossimo 17 settembre in video conferenza. Intanto, i rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm di Fabriano hanno convocato, nel tardo pomeriggio di ieri, un’assemblea dei lavoratori della Indelfab, nello spazio antistante la sala mensa dello stabilimento di Santa Maria, per informarli su quanto accaduto.

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