Fabriano

Impianti sportivi a Fabriano, l’ex assessore Scaloni alla sindaca: «Basta proclami, il settore va aiutato»

Dopo la risposta di Gabriele Santarelli in merito alle dichiarazioni della sindaca Ghergo arriva anche quella di Scaloni: «Lasci i proclami e le vane accuse e aiuti le società»

L'ex assessore Francesco Scaloni

FABRIANO – In merito alle dichiarazioni rilasciate dalla prima cittadina Daniela Ghergo relativamente alla condizione di totale degrado degli impianti sportivi fabrianesi, nei giorni scorsi era arrivato il pronto riscontro dell’ex sindaco pentastellato Gabriele Santarelli. A distanza di qualche ora, torna a parlare dopo un periodo di silenzio l’ex Assessore allo Sport della città di Fabriano Francesco Scaloni, anch’esso in risposta alle parole della Ghergo.

«Ho avuto modo di leggere attentamente le dichiarazioni della sindaca Ghergo in ordine alla situazione degli impianti sportivi fabrianesi – commenta Francesco Scaloni – e le ho trovate quasi ”confessorie” di una incapacità. Non parlerò della delusione per certe affermazioni, non della sorpresa per l’ennesima impossibile difesa di promesse con le gambe sin troppo corte o del fatto di come le sue ricostruzioni stonino con quanto oggettivamente fatto da chi l’ha preceduta, ma vorrei solo puntualizzare alcune cose.

Innanzitutto: “benvenuta a Fabriano cara Sindaca”! Forse lei ha frequentato ambienti diversi e più alti in questi ultimi 25 anni e non si è resa conto di come lo sport a Fabriano, quasi in ogni sua disciplina, fosse stato abbandonato e con lui gli impianti dove praticarlo. In tempi non sospetti ho provato a spiegarglielo, ma devo averlo fatto male. In cinque anni nessuno mi ha sentito dire che lo scempio che avevamo e che avevo trovato nel mio settore fosse colpa di quelli prima”, salvo che io fossi stato provocato, ma ognuno ha il suo stile.

Amo lo sport da sempre e mi sono rimboccato le maniche sottraendo tempo alla mia professione ed alla mia famiglia cercando di mettermi al fianco, con il sindaco Gabriele Santarelli, di quelle società che ogni giorno ricevevo in Comune e che, loro si, si lamentavano di non essere mai state ascoltate, di non avere un posto dove allenarsi, un progetto al quale attaccare le loro speranze.

E dire che in questi anni la Sindaca ha avuto modo di frequentare spesso il Comune, di conoscere le difficoltà in cui abbiamo dovuto operare e anche di cosa avessimo trovato soprattutto a livello di strutture e progetti, ma evidentemente stava prendendo appunti per fare altro e non ce ne siamo accorti. Noi, e non lei, all’inizio del nostro mandato abbiamo toccato con mano i frutti di una mala gestio durata per anni e che aveva addirittura dimenticato anche la passione per lo sport principe a Fabriano.

Abbiamo trovato discipline, come il pattinaggio, l’atletica leggera, passando per il pugilato, dopo la chiusura del PalaGuerrieri, che rischiavano di sparire. Per non parlare della ginnastica che se non avesse avuto un impianto dedicato avrebbe visto trasferire altrove le sue stelle, quelle che ora tutti celebrano. Anche quelli che prima non ne conoscevano neanche l’esistenza.

Abbiamo trovato impianti abbandonati a se stessi, gestiti poco e male in un regime di monopolio, palestre che cadevano a pezzi. In cinque anni, anzi tre (sembra che il Covid vi sia stato per tutti tranne che per la giunta di cui facevo parte), siamo intervenuti con una serie di opere che Gabriele Santarelli ha già elencato e che quindi non mi dilungherò nel ripetere.  Ci siamo messi al fianco della squadra di basket supportandola in ogni sua esigenza, ma la necessaria ed inevitabile chiusura del PalaGuerrieri ha spazzato via tanti progetti nostri e loro.

Ecco, il Palaguerrieri è la sintesi di ciò che è accaduto in questa città negli ultimi vent’anni prima della nostra amministrazione.

La nostra pecca forse è stata quella di dire sempre la verità, di rappresentare le cose come stavano, belle o brutte che fossero. Personalmente sono abituato così da sempre nella vita e nella mia professione, e ritengo ciò sinonimo di onestà intellettuale. Ho trovato la stessa impostazione nella giunta con cui ho condiviso questi cinque anni difficili, ma molto formativi. Io non avrei mai detto in un campagna elettorale che in tre mesi il PalaGuerreri sarebbe stato aperto per gli allenamenti con tanto di cronoprogramma dei lavori illustrato con patinate slide nelle varie riunioni preelettorali con le associazioni sportive. Non si raccontano falsità per accaparrarsi i voti, sia che certe affermazioni le abbia fatte lei o qualcuno dei suoi candidati. È evidente che sia la stessa cosa.

Certo che però ora, seduta sullo scranno di primo cittadino, prima di fare certe affermazioni avrebbe dovuto magari leggere l’ultima perizia sul nostro palazzetto e leggere anche le due precedenti, una del 1999 e una del 2010, ove si caldeggiavano certi interventi, pena la chiusura dell’’impianto. La Sindaca ricorderà sicuramente meglio di me quali fossero le giunte che amministravano la città.

Quindi ora dire che certe situazioni siano colpa di altri, stona in maniera fastidiosa con ciò che noi abbiamo fatto per lo sport e con ciò che abbiamo lasciato. Le voglio dare un consiglio: la smetta di sbandierare progetti ed interventi che in maniera evidente si è trovata già pronti e preparati. Cominciano già, ed è un record temporale, a non crederle più neanche quelli che l’hanno votata.

Lasci i proclami e le vane accuse a qualche suo consigliere o assessore meno scafato e stia vicino alle società sportive. Ci sono persone eccezionali nello sport fabrianese che ogni mattina si alzano e devono fare i conti con i costi sempre crescenti delle loro attività, ma che continuano ad assumersi responsabilità legali ed economiche senza alcun ritorno, anzi rispondendo di tasca propria, con il solo scopo di vedere i propri atleti crescere sani e magari vincere un campionato regionale.

Noi siamo stati gli unici, credo almeno nella nostra Regione, a concedere gli impianti gestiti dal comune gratuitamente per due anni. Lo abbiamo fatto senza proclami. Smetta di farli anche lei Sindaco e aiuti un settore che ha un’importanza basilare in una comunità e che a Fabriano, prima di noi, era stato dimenticato per decenni».

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