Fabriano

Truffa a Fabriano: versati 180mila euro, donna raggirata da gang di 10 persone

I risparmi di una vita truffati da dieci persone, denunciate ed espulse dal territorio nazionale, che hanno fatto leva sullo spirito di aiuto e sulla bontà della 50enne

Polizia di Fabriano

FABRIANO – I risparmi di una vita truffati da una banda di 10 persone, di origine nigeriana, che hanno fatto leva sullo spirito di aiuto di una 50enne, impiegata di Fabriano, vittima di un raggiro: ha effettuato una serie di bonifici bancari per una somma complessiva di 180mila euro dal febbraio scorso.

L’intuito del direttore di banca, che non ha dato corso all’ennesimo bonifico, ha permesso alla vittima di rendersi conto nella trappola emotiva nella quale era piombata. L’attività investigativa degli agenti del commissariato di Pubblica sicurezza di Fabriano ha poi fatto il resto con l’individuazione delle 10 persone residenti in varie Regioni d’Italia (Lombardia, Veneto, Campania, Sardegna) risultate intestatarie delle carte ricaricabili sulle quali la vittima ha fatto confluire i soldi e che sono state denunciate per truffa in concorso.

I fatti

La cinquantenne fabrianese si è decisa a denunciare il fatto alla Polizia di Stato dopo essere stata messa in guardia dal Direttore del proprio Istituto Bancario rifiutatosi di dare esecuzione all’ennesima operazione di bonifico: aveva intuito qualcosa di sospetto nella progressione e negli importi dei movimenti di danaro in uscita dal conto corrente della donna in favore di carte ricaricabili. Tutto ha avuto inizio nei primi giorni di febbraio 2022 quando la donna, già provata dalle restrizioni nelle relazioni sociali causate dal lockdown e dalle successive limitazioni per la pandemia da Covid-19, aveva trovato conforto in nuove conoscenze e relazioni che le si proponevano dai vari social network ed in particolare dalla piattaforma Facebook.

La donna era stata contattata da un profilo social corrispondente ad un soggetto maschile, profilo successivamente rivelatosi falso, il quale, forte delle sue abilità comunicative e intuendo lo stato di bisogno relazionale della donna, dopo lunghe conversazioni amichevoli, ne è riuscito a carpire la stima e la fiducia ed a far risaltare in lei il desiderio di solidarietà verso i più bisognosi. Si innescava così un sinistro automatismo: almeno una volta a settima il presunto “amico” rappresentava alla vittima la necessità di dover sostenere una spesa – tributi, spese aeroportuali, spese giudiziarie, figlio bisognoso di cure mediche – che erano in realtà dei raggiri.

La donna ha iniziato ad accondiscendere ad ogni singola richiesta effettuando una serie di bonifici a importo variabile, da un minimo di 3mila euro a un massimo di 10/15mila euro per volta. Le venivano comunicati vari iban riportanti intestatari diversi dall’interlocutore stesso. Secondo quanto narrato dalla truffata, era forte il suo sentimento di gratificazione nell’aiutare chi aveva bisogno e non nascondeva ai poliziotti, col senno di poi, di aver sviluppato la cosiddetta sindrome della crocerossina accentuata dai prolungati periodi di sostanziale isolamento connessi alla pandemia ed a situazioni affettive proprie.

Il direttore della banca ha notato questi continui anomali versamenti e si è insospettito, per questo, al momento di autorizzare l’ennesima transazione, ha fermato la procedura e convocato la cliente nel suo ufficio, chiedendole spiegazioni. Una volta ascoltato il racconto della vittima, il Direttore ha fatto capire alla 50enne che era vittima di un enorme raggiro, consigliandole di rivolgersi alla polizia di Fabriano. Quest’ultimi, una volta raccolta la querela, hanno avviato prontamente l’attività investigativa, laboriosa e complessa, che ha consentito di segnalare all’Autorità Giudiziaria i dieci soggetti che sono risultati organicamente collegati tra loro in un contesto operativo criminale che li pone alla sistematica ricerca, on-line, di persone bisognose di relazioni umane e sociali, per le più disparate ragioni, che attraversano momenti delicati della propria esistenza. I soggetti denunciati per truffa in concorso risultano non nuovi a truffe dello stesso genere. Qualcuno risulta essere straniero e, nei loro confronti, verrà proposta l’espulsione dal territorio nazionale.

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