Fabriano

Fabriano: “I diritti in tasca” di Giacomo Scortichini

Presentato in epoca della pandemia da Coronavirus, il primo libro del giovane avvocato, nonché presidente della sezione cittadina dell’Anpi

Un momento della presentazione

FABRIANO – Presentato in epoca della pandemia da Coronavirus, il primo libro del giovane avvocato, nonché presidente della sezione di Fabriano dell’Anpi, Giacomo Scortichini.

“I Diritti in tasca”, questo il titolo che ha scelto, perché?

«Le motivazioni che mi hanno spinto alla stesura del libro sono da ricercare essenzialmente nella mia volontà di esprimere un pensiero che rappresentasse una lettura “costituzionalmente orientata” della nostra società. Il titolo del libro ha una doppia valenza: Diritti in tasca come qualcosa che tutti noi abbiamo a portata di mano ma anche diritti in tasca nell’accezione che gli stessi non devono rimanere chiusi nelle nostre tasche bensì applicati e rivendicati».

La Costituzione come tema centrale del libro.

«Calamandrei diceva che la carta costituzionale è una lettera di intenti e deve essere completamente applicata nel futuro. Oggi la forza propulsiva dei padri costituenti sembra essersi esaurita e questo risulta essere inaccettabile perché la Costituzione ci ha insegnato che nessuna gioia si può costruire sul dolore altrui».

Si riferisce anche all’esito del recente Referendum sul taglio dei parlamentari?

«Di fatto il Parlamento, grazie all’uso smodato della decretazione nonché del ricorso sistematico al “voto di fiducia” in combinato disposto con le liste elettorali bloccate, è stato totalmente depotenziato. Quindi credo che il vero problema sia quello di riportare al centro della vita politica l’organo che realmente dovrebbe rappresentare i cittadini italiani».

Nel libro tocca anche i temi economici e occupazionali.

«La crisi del comparto manifatturiero nasce da una scriteriata strategia di ricercare il vantaggio competitivo d’impresa attraverso la compressione dei costi e dei diritti del mondo del lavoro, con la conseguente drammatica contrazione della domanda interna. La nostra città di Fabriano è un fulgido esempio di quanto questo assurdo modello di sviluppo possa, in breve tempo, devastare un intero tessuto sociale. Il capitalismo nasce per edificare una società del “benessere diffuso” nel pieno rispetto della dignità umana e dell’equità sociale; il neoliberismo è la rappresentazione della sua degenerazione, perché si edifica intorno alla folle convinzione che il “mercato”, di per sé, sia nella condizione di autoregolare le dinamiche economiche e quindi sociali, senza che siano inseriti limiti e elementi di perequazione da parte delle istituzioni politiche».

In ultimo, un passaggio sulla fase attuale della nostra vita alle prese con la pandemia da Coronavirus.

«Il libro è stato scritto prima della pandemia, ma affronta alcune questioni che ben possono rappresentare l’attuale situazione di emergenza. Freud affermava che: “L’uomo in momenti di crisi ha sempre barattato un po’ di libertà per un po’ di sicurezza”».

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