Fabriano

Fabriano: il rispetto del codice etico della Fondazione Carifac irrompe nella campagna elettorale

A dar fuoco alle polveri è stato l’uscente Primo cittadino, Gabriele Santarelli, che non sarà della partita come annunciato. L'affondo di Daniela Ghergo e la replica di Roberto Sorci

Una veduta di Fabriano|
Una veduta di Fabriano

FABRIANO – Rispetto del codice etico della Fondazione Carifac. Scoppia la bagarre e rianima una campagna elettorale a Fabriano che, al momento, sembra anestetizzata. A dar fuoco alle polveri è stato l’uscente Primo cittadino, Gabriele Santarelli, che non sarà della partita come annunciato, ma che evidentemente sta tentando di tirare la volata per un candidato del M5S che attualmente ancora non c’è.

Santarelli

«Chi decide di partecipare alle attività della Fondazione Carifac lo fa consapevole del fatto che esiste un regolamento etico attraverso il quale, tra altre cose, ci si impegna ad assicurare una discontinuità temporale (discontinuità in uscita) – pari ad almeno 12 mesi – tra la cessazione della carica negli organi della Fondazione e l’assunzione di incarichi politici. Questo codice coinvolge tutti gli organi della Fondazione e quindi sia l’Assemblea dei Soci che il Consiglio di Amministrazione che l’Organo di Indirizzo. Ritengo che una riflessione debba essere fatta e visto che ad essere coinvolti sono due candidati Sindaci delle due coalizioni più accreditate e forse anche alcuni loro candidati consiglieri, ritengo anche che sia doveroso da parte mia farlo perché è evidente che tra di loro, su questo punto, possa esserci una sorta di “patto di non belligeranza”, anche se non dichiarato, per cui questo tema non verrà sollevato da nessuno dei due. Non è un caso che sia stato io il primo evidenziare questo aspetto adesso per sistemare le cose non è sufficiente dimettersi perché in base a quanto previsto dal codice etico che si è accettato nel momento in cui si è assunto un incarico all’interno della fondazione è già troppo tardi», scrive Santarelli in riferimento sia alla candidata della Coalizione Democratica Daniela Ghergo, che del candidato sostenuto da una coalizione civica di ispirazione centrodestra, Roberto Sorci.

Ghergo

A stretto giro di posta, la risposta di entrambi. «In merito alla questione sorta sull’opportunità delle dimissioni dei candidati alla carica di sindaco della città di Fabriano dagli organi della Fondazione Carifac, preciso di aver già presentato le mie dimissioni da socio all’assemblea del 26 aprile scorso. La mia scelta di candidarmi a sindaco, mettendo a disposizione la mia esperienza personale e professionale, mi ha imposto l’obbligo morale, per rispetto della Fondazione Carifac e trasparenza verso i cittadini elettori, di dimettermi da socio, pur non avendo firmato alcuna dichiarazione di impegno a non candidarmi come viene invece previsto per le altre cariche sociali diverse da quella di semplice socio. Ho pertanto chiesto che anche l’altro candidato sindaco Sorci, che ha le massime responsabilità di gestione rispetto ad un semplice socio – essendo componente del consiglio di amministrazione ed esercitando quindi un ruolo con poteri dispositivi del patrimonio della Fondazione – proceda a presentare le proprie dimissioni, che sono imposte dallo Statuto e dal Regolamento, oltre che dall’impegno a non candidarsi sottoscritto dallo stesso Sorci. Lo invito di nuovo a farlo, nel rispetto del principio di trasparenza e correttezza verso le istituzioni e i cittadini», replica Daniela Ghergo.

Sorci

«L’avvocato Ghergo non si preoccupi per le mie dimissioni dalla Fondazione Carifac, che avverranno al momento del deposito in Comune delle liste che, ricordo, è il momento in cui le candidature saranno effettive. Fino a quel momento sono solo chiacchiere», la risposta di Roberto Sorci che ricorda anche, relativamente al giorno del deposito delle liste, che «è in quel momento che entra in vigore l’articolo 15 comma 1 dello statuto della Fondazione Carifac che stabilisce le cause generali di decadenza. Per quanto mi riguarda ho già fatto presente a chi di dovere la questione. Quindi, (riferendosi anche al sindaco uscente, Gabriele Santarelli, che parla di “regolamento etico, ndr), possono “stare sereni” e a entrambi consiglio di evitare paroloni come trasparenza, correttezza, etica».

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