Fabriano

Fabriano, Christian Birelli al campo base dell’Everest

Il fabrianese Christian Birelli, insieme al suo sherpa, ha scalato una parte della montagna più alta del mondo: «Dire che è stato semplice sarebbe dire una grandissima bugia»

Il fabrianese Christian Birelli

FABRIANO – L’ascesa del Monte Everest è una delle esperienze più desiderate dagli alpinisti. Anche soltanto arrivare al desiderato campo base, può essere per molti un sogno. A vivere questa esperienza è stato un cittadino fabrianese, che ha raggiunto i 5364 metri di altitudine, il campo base sul versante sud (versante nepalese), ai piedi del Ghiacciaio Khumbu. Ad averlo fatto è Christian Birelli, che insieme a Kumar, suo sherpa durante tutto il trekking sull’Everest, ha raggiunto una meta non indifferente per altitudine e difficoltà.

«Sono partito a metà ottobre per un viaggio di due settimane – afferma Christian Birelli -. In Nepal c’ero già stato nel 2009 insieme ad un mio amico, mentre stavolta, tredici anni dopo, sono partito da solo. Ultimamente sono solito viaggiare in solitaria. Sono tornato in Nepal per diversi motivi, ma il primo era quello di vedere l’Everest, visto che l’ultima volta non ci sono riuscito. Volevo respirarlo ed arrivare almeno al campo base, 5364 metri di altitudine.

Sono partito per un trekking di nove giorni dall’aeroporto di Lukla, uno degli aeroporti più alti del mondo a 2800mt, un aeroporto caratteristico dal quale è partito il mio viaggio a piedi.

Dai 2800mt di Lukla sono arrivato al campo base non senza difficoltà: io e Kumar, il mio sherpa, siamo saliti gradualmente per cercare di acclimatarci, perché l’altitudine si fa sentire moltissimo. Sono partito più fiducioso pensando di soffrire meno, invece è stata molto dura. Ci siamo anche fermati per un giorno a 4400mt per riposarci e acclimatarci nel miglior modo possibile, ma è stata molto dura. Manca l’ossigeno a quelle altezze, la notte si dorme male e soprattutto poco. C’è affanno per fare tutto e le temperature sono rigidissime, il freddo la fa da padrone e non ci sono riscaldamenti negli alloggi, soltanto nei luoghi comuni. Per questo è stato più pesante di quello che pensavo.

Christian Birelli raggiunge il campo base dell’Everest a 5364mt

L’ultima notte, prima dell’arrivo al campo base, è stata senza dubbio la notte in cui ho sentito più freddo nella mia vita, fuori è sceso a -15 gradi ed in camera ci aggiravamo intorno a quella temperatura. Quella mattina insieme allo sherpa abbiamo deciso di partire alle 6 in direzione Gorakshep, a 5190mt, per spezzare un po’ il cammino. Dopo la colazione siamo ripartiti alla volta del campo base, una grande soddisfazione.

Finito il trekking, ho passato gli ultimi giorni a Katmandu, dove dopo tre giorni ho preso l’aereo per tornare in Italia».

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