Fabriano

Fabriano: calano i disoccupati iscritti al Centro per l’Impiego, ma non è detto che sia un bel segnale

Da un lato il calo di residenti in città che determina anche una diminuzione dello stock di iscrizioni. Dall’altro versante, magari il calo è imputabile a coloro che, per la mancata presentazione agli appuntamenti periodici obbligatori del Centro per l’Impiego, hanno perso l’iscrizione. O, infine, l’ipotesi più allarmante, persone che completamente sfiduciate non si sono neppure iscritte

FABRIANO – Scendono di oltre mille unità le iscrizioni alla lista di disoccupazione del Centro per l’Impiego, ambito territoriale Arcevia, Fabriano, Cerreto D’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico. Ma sale il dato negativo fra avviamenti e cessazioni, sfiorando le 900 unità. L’incrocio fra questi due freddi numeri, ben fotografa la situazione di difficoltà economica-occupazionale in cui versa il fabrianese da circa dieci anni.

Andando nello specifico, per quel che riguarda Fabriano si passa dai 5.025 dei disoccupati autocertificati al 31 dicembre 2016, ai 3.906 al 31 dicembre del 2017: 2.140 donne e 1.766 uomini. Non è un nuovo miracolo fabrianese, ma ci sono diversi fattori che possono spiegare questo apparente calo. Da un lato il calo di residenti in città che determina anche una diminuzione dello stock di iscrizioni. Dall’altro versante, magari il calo è imputabile a coloro che, per la mancata presentazione agli appuntamenti periodici obbligatori del Centro per l’Impiego, hanno perso l’iscrizione. O, infine, l’ipotesi più allarmante, persone che completamente sfiduciate non si sono neppure iscritte.

Tornando ai freddi numeri, i dati apparentemente positivi coinvolgono l’intero territorio di riferimento del Centro per l’impiego composto da Arcevia, Fabriano, Cerreto D’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico. Infatti, in tutto l’ambito territoriale sono 6.321 i disoccupati autocertificati – 3.472 donne e 2.849 uomini – rispetto ai 8.288 a fine 2016. Anche qui, una vorticosa discesa.

Un indicatore che sembra avvalorare la tesi che c’è qualcosa che non quadra e come ha sempre affermato l’ex primo cittadino di Fabriano, Roberto Sorci, che siamo una Nazione senza numeri oggettivi, lo fornisce il dato su avviamento e cessazioni. Nel 2017, un numero di avviamenti pari a 10.971, rispetto a 11.865 cessazioni. Dunque, un saldo negativo pari a 894, in salita rispetto al – 750 registrato al 31 dicembre 2016. Performances peggiori nel rapporto tra avviamenti e cessazioni si sono registrate solo tra il 2012, inizio crisi ex Ardo e conseguente chiusura dell’indotto, e il 2015 (mobilità ex Ardo).

Ultimo dato da evidenziare è quello che riguarda i lavoratori in mobilità. Ebbene, i lavoratori in mobilità sono 78 al 31 dicembre 2017, 26 donne e 52 uomini. A fine 2016, erano 891. Ma su questo dato esiste una spiegazione. C’è da rilevare, infatti, che con il Jobs Act l’istituto della mobilità non esiste più. Ad oggi il lavoratore di azienda in crisi o è in cassa integrazione, cioè ancora occupato in l’azienda, o in disoccupazione. I dati che leggiamo rispetto alla mobilità, quindi, sono dati residuali di mobilità iniziate in anni precedenti.

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