Fabriano

Fabriano, l’aquila ferita torna a volare

A distanza di un mese esatto, è stato liberato il giovane rapace impallinato da un cacciatore-bracconiere e ritrovato nella frazione di Albacina. Non si è voluto pubblicizzare il re-inserimento per agevolarne il ritorno in cielo

L'aquila ferita nel momento del rilascio

FABRIANO – È tornata a volare l’aquila ferita lo scorso 19 agosto a Fabriano. Le operazioni di re-inserimento sono avvenute ieri, 19 settembre, con grande riservatezza. «Si è trattato di un’operazione molto delicata per questo non abbiamo pubblicizzato il tutto», aveva annunciato nei giorni scorsi il responsabile territoriale del Wwf, Jacopo Angelini.

Vola libera nei cieli del Parco Gola della Rossa e di Frasassi, il giovane esemplare di aquila reale che era stata impallinata da un cacciatore/bracconiere con una fucilata nella zona di Albacina di Fabriano. A trovare il rapace ferito gravemente è stato un altro cacciatore che ha prontamente effettuato la segnalazione, contribuendo a salvargli la vita. Il recupero era stato effettuato su richiesta dei carabinieri forestali dai volontari della sezione Enpa di Fabriano, nello specifico dalla volontaria Laura Gozzi, dopo essere stati autorizzati dalla polizia provinciale con la quale l’Enpa fabrianese ha una convenzione da oltre quindici anni per il recupero, la cura e la riabilitazione della fauna selvatica presso il Cras Fratello Lupo di Cerqueto di Genga. L’aquila reale juvenilis è stata visitata dai veterinari Alessandro Traballoni e Alessandro Colombo e dalle lastre radiografiche si è evidenziata la gravità della situazione: numerosi pallini da caccia sia nel cranio che nel corpo.

Sono stati tanti i professionisti che si sono prodigati per la sua guarigione e, per fortuna, tutto è andato per il verso giusto, anche se le preoccupazioni permangono.

«Per la delicatezza dell’operazione di reinserimento in natura visto anche che l’aquila reale ha ancora in testa numerosi pallini di piombo e per farla riaccettare dai genitori è stata rilasciata in un’area del parco dove potrà ambientarsi e ritornare a volare con loro. E, quindi, proprio per il suo benessere è stata evitata una liberazione pubblica. Era necessario che non fosse disturbata dalla presenza di tante persone che avrebbero voluto assistere alla liberazione», ha evidenziato Angelini.

«Abbiamo deciso di posizionare una radio satellitare da un tecnico zoologo dell’università di Valencia, che ha montato queste radio su numerose aquile reali in Spagna, che ci permetterà di controllarla tutti i giorni dopo il rilascio in natura».

Dal punto di vista investigativo, dopo che i carabinieri forestali hanno identificato il possibile bracconiere e sequestrato l’arma utilizzata, si attendono le decisioni degli organi inquirenti. Ben sapendo che, in caso di processo, il Wwf e il Parco, si costituiranno parte civile.

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