Fabriano

Avis, nella provincia di Ancona 20 mila soci

Questi i numeri forniti durante l'Assemblea provinciale, svoltasi a San Vittore di Genga. Nel 2018 si sono registrati 19.000 donatori attivi e 1330 nuovi iscritti. Raccolte 36.500 unità di sangue, 500 in più rispetto al 2017

Da sinistra Daniele Spadini Marini, Luciano Bano e Romano Zenobi

GENGA – Nel 2018 l’Avis, in provincia di Ancona, ha raggiunto quasi 20.000 soci, di cui oltre 19.000 donatori attivi, con 1330 nuovi iscritti e 950 abbandoni per limiti di età o patologie varie. Nello stesso periodo raccolte 36.500 unità di sangue (26.764 sangue intero, 9.354 plasma e 382 aferesi), superando di 500 unità il numero di donazioni del 2017.

Si è quindi raggiunto e superato l’obiettivo assegnato contribuendo a soddisfare richieste da fuori Regione. Questi numeri sono stati salutati da un caloroso applauso da parte dei 150 convocati in rappresentanza dei soci che hanno partecipato all’Assemblea provinciale Avis svoltasi, nei giorni scorsi, in un ristorante nella frazione San Vittore di Genga.

I lavori sono stati coordinati dal presidente provinciale Romano Zenobi, con i saluti del sindaco di Genga, Giuseppe Medardoni. La riunione, durante la quale è stato distribuito copioso materiale promozionale sulle Grotte di Frasassi, ha visto la presenza, fra gli altri, del vicepresidente Avis Regionale, Daniele Ragnetti, del vicepresidente provinciale Fabrizio Discepoli e del presidente dell’Avis Fabriano, Luciano Bano, che relazionato sul Conto Consuntivo relativo all’anno 2018.

«In Provincia il sangue raccolto è autosufficiente con l’Avis ben organizzata e in continua espansione, ma esiste un problema di solidarietà nazionale cui far fronte con la necessità di fornire unità di sangue in esubero alle Regioni in difficoltà. In parte è stato già fatto e dovrà proseguire in maniera più consistente, attraverso la promozione Avis sul territorio e iniziative nelle scuole, con le altre associazioni del volontariato e la collaborazione di quanti sono in grado di dare una mano per formare le giovani generazioni.

Ora dobbiamo mobilitarci per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2019 con un’analisi dettagliata dei dati di crescita non omogenei in tutte le Comunali, quindi, intervenire laddove si sono verificati cali di donatori e donazioni e capire perché e come correggere la tendenza negativa. Inoltre, impegno costante deve essere l’aumento dei donatori regolari, anche solo per donazioni emergenziali», hanno evidenziato i presenti all’assemblea provinciale svoltasi a Genga.

Di conseguenza è essenziale la promozione Avis attraverso la scuola con progetti su teatro, musica, borse di studio, produzione di materiale per l’attività e ulteriore coinvolgimento delle altre Associazioni: Mr. Cittadino, Volontariamente del CSV, Donar Game, Green Game, Donaction a livello regionale.

Necessario pure lavorare in altri ambiti attraverso manifestazioni pubbliche e contatti con associazioni di volontariato e sportive, comprese le forze dell’ordine, che stanno costituendo gruppi Avis. Non ultimo cercare nuove forme di promozione attraverso le autoscuole, contatti con le comunità straniere, valorizzazione come esempio di figure importanti sul territorio, coinvolgimento dei medici di famiglia.

Altri aspetti essenziali emersi durante l’Assemblea hanno riguardato l’organizzazione da rendere sempre più uniforme: chiamata e prenotazione in agenda delle donazioni, accoglienza nei centri di raccolta sangue, ristoro post donazione e procedura rimborsi, mobilità dei donatori sul territorio per evitare affollamenti eccessivi in qualche centro di raccolta. Infine, i rapporti con l’Asur.

«Continueremo a chiedere uniformità nei criteri per la raccolta sangue, per la tutela sanitaria dei donatori attivi, per il  riconoscimento rapido (non più di 30 giorni) degli aspiranti donatori e per il ristoro post donazione; maggiore autonomia del Dirmt per un’unica medicina trasfusionale e la gestione diretta del personale sanitario, la realizzazione del centro unico regionale di lavorazione sangue con orari flessibili e comunque adeguati e compatibili per il ricevimento delle sacche e la distribuzione; l’autorizzazione alla raccolta associativa, come supporto al servizio pubblico».

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