Fabriano

Fabriano: alcol e droga fra i giovani del territorio, l’Ambito pronto a nuovi progetti

La Diocesi di Fabriano-Matelica punta a riaprire tutti gli oratori che si sono fermati causa Covid-19. L’Ambito 10, intanto, progetta iniziative con le scuole

FABRIANO – Consumo di stupefacenti, abuso di alcol spesso e volentieri con protagonisti i giovani di Fabriano e del comprensorio. Le Istituzioni pubbliche e religiose corrono ai ripari. La Diocesi di Fabriano-Matelica punta a riaprire tutti gli oratori che si sono fermati causa Covid-19. L’Ambito 10, intanto, progetta iniziative con le scuole. «Nelle prossime settimane partiranno alcuni progetti di prevenzione con le scuole. Ci occupiamo di disagio giovanile, di contrasto al gioco d’azzardo e lotta alle dipendenze: sono problemi emersi anche nella nostra zona. Prima di tutto – afferma il coordinatore dell’Ambito 10 di Fabriano, Lamberto Pellegrini – dobbiamo fare rete con tutti gli attori, quindi anche con Asur, Diocesi, associazioni. Puntiamo sulla prevenzione». Da segnalare che il dottor Paolo Schiavo, responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale Dipendenze di Fabriano, deceduto nel marzo scorso, «ancora non è stato sostituito ufficialmente. Mancano anche assistenti sociali: l’auspicio è che le assunzioni di queste figure chiave da parte di Asur arrivino quanto prima. Si eviterebbe una riduzione dell’attività nel settore della prevenzione», conclude Lamberto Pellegrini.

Anche il mondo delle parrocchie è molto attivo su questo fronte con la riapertura per gradi degli oratori così da creare degli spazi dove i ragazzi possono trovare un ambiente educativo, con spazi positivi. Anche l’alcol è una piaga molto sentita. «C’è sempre stato, purtroppo, ma ora il problema è diventato emergenza. Serve collaborazione fra tutti gli enti educativi. Oggi i minorenni fanno comprare l’alcol dai maggiorenni. Mi appello ai genitori, facciamo rete, monitoriamo insieme la situazione dei nostri figli, non per dare un giudizio, ma con il desiderio di amare questi ragazzi e farli uscire da circoli viziosi dannosi. Da soli non si va da nessuna parte», conclude il parroco, don Umberto Rotili.

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