Fabriano

Fabriano, ex Cartiere Miliani: si cercano commesse ma si valuta anche la vendita

Per l’azienda non esiste un problema Marche, mentre per le parti sociali sì. Questo il sunto del faccia a faccia fra l’Amministratore delegato, Marco Nespolo, e i rappresentanti sindacali di categoria e le Rsu degli stabilimenti, svoltosi a Verona

Lo stabilimento di Rocchetta di Fabriano
Lo stabilimento di Rocchetta di Fabriano del Gruppo Fedrigoni

FABRIANO – Per l’azienda non esiste un problema Marche né uno Fabriano. Per le parti sociali, sì. Questo in estrema sintesi il sunto del faccia a faccia fra l’amministratore delegato del Gruppo Fedrigoni, Marco Nespolo, e i rappresentanti sindacali di categoria e le Rsu degli stabilimenti, svoltosi oggi a Verona e durato circa quattro ore.

Al termine del summit, nota ufficiale dell’azienda. Mentre dai sindacati bocche cucite ufficialmente e annuncio di una nota che sarà diffusa nei prossimi giorni. Ma gli spifferi, comunque, non mancano neppure da questa parte del tavolo.

Con ordine. Prima la versione ufficiale dell’incontro fornita dal Gruppo Fedrigoni con l’AD Nespolo che ha tratteggiato il quadro di un’azienda che ha buone performance in un mercato difficile, come confermano i risultati di gennaio-giugno 2019 in fase di finalizzazione, ma dalle prime anticipazioni in linea con quelli già positivi in termini di marginalità del primo trimestre, soprattutto nei segmenti in crescita delle etichette e delle carte speciali. Un gruppo leader in Europa nella produzione di carte speciali per packaging, etichette, stampa, ologrammi e carte di sicurezza con stabilimenti in Veneto, Lombardia, Marche e Trentino Alto Adige, oltre che in Spagna e Brasile, che sta investendo in persone e processi, valutando acquisizioni di business sinergici – alcune abbastanza mature da chiarirsi nei prossimi mesi – per diventare più grande e più competitivo, potenziando le aree vendita, marketing e sviluppo prodotto per acquisire nuovi clienti e mercati.

«Vorrei sgombrare il campo dall’idea che l’ingresso di Bain Capital nella proprietà sia foriero di chissà quali scenari apocalittici. La presenza di un fondo velocizza i processi: tutto il management è impegnato a fare di più e meglio, razionalizzando, sviluppando nuovi prodotti, approcciando nuovi mercati o Paesi. E questo vale anche per il settore Sicurezza, dove non abbiamo arretrato di un centimetro nello sforzo di portare a casa nuove commesse, dove abbiamo comprato nuove macchine e firmato nuovi brevetti, benché corrisponda al vero la notizia – fatta filtrare dalla stampa – che abbiamo dato mandato ad un advisor per valutare se ci siano, e quanto siano seri, interessi di altri player per questo business. Le due cose non sono in contraddizione: al momento il processo è in fase iniziale, non si sa come e quando si concluderà. Nel frattempo, noi stiamo facendo di tutto per acquisire nuove commesse, anche andando a trattare con banche centrali che non ci hanno mai dato udienza», le parole di Nespolo.

Marco Nespolo, AD Gruppo Fedrigoni
Marco Nespolo, AD Gruppo Fedrigoni

Il must aziendale è, dunque, «cercare di vendere di più e meglio, non solo per mantenere, ma per aumentare la capacità produttiva. Abbiamo scelto di intervenire su alcuni stabilimenti sfruttando gli strumenti che ci sono parsi meno dolorosi, come il mancato rinnovo dei contratti interinali, il pensionamento laddove possibile o il fermo delle macchine nei weekend o ad agosto. Con questi aggiustamenti, e con lo sforzo enorme profuso dai nostri commerciali, la situazione nel segmento delle banconote crediamo si stabilizzi».

Fin qui la voce dell’azienda. Per i sindacati, non si tratta di una normale dinamica di mercato lo stallo nell’Area Valori e Sicurezza, ma di un vero problema da affrontare. Resta da capire se l’azienda consideri ancora strategico questo asset e se è plausibile ipotizzare un ricorso agli ammortizzatori sociali qualora non si dovessero intercettare altre commesse entro fine anno. Probabile, quindi, un nuovo incontro in autunno quando dovrebbe essere presentato il piano industriale del gruppo. Apprezzato, invece, il fatto che si stia facendo tutto il possibile per far crescere il gruppo a livello nazionale e internazionale, continuando acquisizioni per gli asset strategici le carte speciali, adesive, converting e le commodity. Così come il rinnovato impegno per lo sviluppo del marchio “Fabriano” con la produzione di questo segmento che sta avendo buone performance sia a Pioraco che a Vetralla.

Insomma, luci e ombre da questo incontro, con i dipendenti di Fabriano – e con loro tutta la città – che incrociano le dita sperando in nuove commesse e/o in un acquirente-partner che salvaguardi produzione e occupazione.

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