Fabriano

Domani, primo faccia a faccia fra sindacati e curatore fallimentare per il fallimento della Tecnowind

Si chiederà di accelerare il più possibile i tempi per l’apertura della nuova procedura di mobilità per i 247 operai dell’azienda di Fabriano attiva nel comparto delle cappe e dei piani cottura e dichiarata fallita il 19 febbraio dal Tribunale di Ancona, sezione Fallimentare

La sede fabrianese della Tecnowind
La sede fabrianese della Tecnowind

FABRIANO – Domani, 22 febbraio, incontro fra sindacati e curatore fallimentare della Tecnowind. Si chiederà di accelerare il più possibile i tempi per l’apertura della nuova procedura di mobilità per i 247 operai dell’azienda di Fabriano attiva nel comparto delle cappe e dei piani cottura e dichiarata fallita il 19 febbraio dal Tribunale di Ancona, sezione Fallimentare.

Così facendo, si potrà giungere a un verbale di accordo per il licenziamento collettivo di tutte le tute blu, come deciso ieri nell’assemblea con i sindacati, e permettere ai lavoratori della Tecnowind di poter fare richiesta di accesso alla Naspi, che per 24 mesi garantirà loro un minimo di sostegno economico.

In attesa di tutto ciò, proseguono le prese di posizione politiche. «Un’altra pagina nera per l’economia, l’imprenditorialità, l’occupazione e lo stato sociale nel nostro territorio. Spontanea e sincera la piena solidarietà a tutti loro, ma questo non può bastare. Il sentimento di chi rimane senza lavoro o di chi vede il posto vacillare è la paura. Lo Stato e le istituzioni tutte devono esserci e impedire che paura e sfiducia producano un vortice di negatività. Occorre un piano incentrato su 4 punti: analisi dei bisogni; potenziale di mercato e stato di salute delle aziende presenti; formazione e riqualificazione vera (non quella farlocca mirata a dare occupazione e/o resa solo a chi la fa) mirata e differenziata; incentivi e contributi divisi tra le aziende virtuose che si devono impegnare però ad accogliere in percentuale alcuni disoccupati. Si mettano da parte le divergenze e si lavori per un progetto integrato convincente. Io nel mio piccolo ci sono», la rassicurazione dell’uscente senatrice e ricandidata alle elezioni, Serenella Fucksia.

«Il fabrianese vive una crisi economica di dimensioni drammatiche: nella sola Fabriano, su 30mila abitanti, 6mila persone sono disoccupate, vittime della crisi che sta colpendo quello che era uno dei distretti industriali più importanti della carta e degli elettrodomestici», scrive in una nota il Commissario nazionale per la Lega nelle Marche Paolo Arrigoni. «In una situazione quindi già gravissima, con il fallimento della Tecnowind da oggi sono rimasti a casa 250 lavoratori; un numero purtroppo destinato ad aumentare considerando le altre vertenze aperte tra le parti sociali e le principali imprese che operano sul territorio. La Lega si è attivata per presentare in Consiglio regionale due mozioni per creare nel fabrianese una zona franca con tassazione minima per le piccole e medie imprese e per sostenere i livelli occupazionali, ma sia Renzi che il PD che amministra le Marche si sono rivelati assenti ed indifferenti».

Infine, secondo Potere al Popolo, «il fallimento della Tecnowind rappresenta l’ennesima sconfitta per il tessuto produttivo locale. Un’azienda in meno, con tanti lavoratori e lavoratrici mandati a casa sui quali pesa anche lo sciacallaggio politico-elettorale, operato da chi negli scorsi giorni ha promesso “telefonate risolutive” o azioni di ogni sorta. Da molte parti del panorama politico si parla di istituire aree di crisi, di elargire ammortizzatori, di favorire investimenti. Tutte azioni condivisibili, ma non bastano per risolvere il vero nodo del problema: la mancanza di un serio investimento pubblico in politiche industriali e nella creazione di occupazione da parte del soggetto pubblico. Il lavoro va sostenuto e bisogna conferirgli nuovamente dignità, anche attraverso la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Pensiamo sia una questione di dignità; quella dignità che molti di noi hanno tastato con mano nei mesi scorsi recandosi individualmente ai presidi avanti ai cancelli della Tecnowind. Per questo proponiamo e sosterremo azioni che si muovano in maniera congiunta a livello locale e, contestualmente, riescano a spingere sul livello governativo affinché nel nostro Paese si torni realmente ad avere uno Stato in grado di intervenire sull’economia, tutelando l’interesse di quel popolo frustrato e preso per i fondelli da ogni bandiera politica che puntiamo a rappresentare».

«Un epilogo che fa malissimo: il pensiero va naturalmente alle centinaia di famiglie alle quali la sentenza ha tolto ogni prospettiva. In questi anni ho portato il caso Tecnowind più volte in Parlamento e ho preso parte a tavoli specifici sulla crisi aziendale, sempre col pensiero rivolto ai lavoratori, alle loro paure e alle loro rimostranze conseguenza dei tanti pasticci che si sono visti passare sopra al capo. In queste ore è facile dare la colpa a quello o a quell’altro: a Fabriano è in atto un’autentica guerra tra poveri perché la situazione è difficile e non si vede alcuna luce in fondo al tunnel. Però sa di puro battage elettorale l’impegno dell’onorevole Pd Lodolini di trovare nuovi acquirenti: quella sì è una strumentalizzazione bella e buona, volta soltanto a racimolare qualche voto in più da parte di un partito che si interessa fattivamente di Fabriano solo quando ci sono le urne che incombono. I lavoratori che vivono ore di sconforto non meritano altre promesse da marinaio o inesistenti aspettative da chi come noi è in corsa per una competizione elettorale e quindi portato a promettere cose che non sa se potrà poi riuscire a mantenere», il pensiero al vetriolo della candidata del M5S, Patrizia Terzoni.

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