Fabriano

Fabriano: oltre all’arresto, la polizia scopre un’altra denuncia a carico del truffatore seriale

Prima dell’arresto del 16 febbraio, a opera degli agenti del commissariato di Pubblica sicurezza, coordinato dal commissario Capo, Sandro Tommasi, infatti, aveva ricevuta una nuova denuncia da una persona che risiede nel vicentino

Sandro Tommasi ed alcuni agenti del commissariato di Fabriano

FABRIANO – Il truffatore seriale online di Fabriano continua nella sua collezione di denunce per truffa. Prima dell’arresto del 16 febbraio, a opera degli agenti del commissariato di Pubblica sicurezza, coordinato dal commissario Capo, Sandro Tommasi, infatti, aveva ricevuta una nuova denuncia da una persona che risiede nel vicentino. Il modus operandi è sempre lo stesso: contatta la potenziale vittima, concorda la vendita, si fa spedire la merce e non da il seguito alla sua parte dell’accordo. E le indagini proseguono perché potrebbe non essere finita qui.

C. D., 23enne, italiano disoccupato residente a Fabriano, sembra proprio non volersi fermare. Ha superato la doppia cifra di denunce per il reato di truffa nel corso dell’ultimo anno. Gli agenti del commissariato di Fabriano lo avevano arrestato una prima volta nel febbraio del 2017. Dai successivi controlli, si è appurato che in giro per l’Italia pendevano ben undici denunce sempre per truffa.

Il 16 febbraio di quest’anno, il 23enne è stato nuovamente arrestato per aver truffato una persona di Livorno. Arresto convalida e obbligo di firma, tutti i giorni, in commissariato a Fabriano.

Le indagini sono andate avanti e si è scoperto che da inizio anno almeno un’altra persona è caduta nella rete del disoccupato fabrianese. Si tratta di un vicentino. Ma le indagini proseguono.

Infatti, gli agenti del commissariato di Fabriano hanno rinvenuto, nell’abitazione del 23enne in una frazione cittadina, molte scatole vuote di invii postali. Hanno chiesto spiegazioni al giovane, he non le ha fornite. Si sospetta, dunque, che C.D. possa aver truffato altre persone facendosi inviare merce senza corrispondere denaro o, come nel caso del livornese, inviare a sua volta ciò che si era concordato, nello specifico un paio di scarpe dal valore di 250 euro.

Dunque, potrebbe aggravarsi la posizione del 23enne disoccupato fabrianese con nuove denunce per truffa e, quindi, rischiare ulteriori sanzioni.

 

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