Fabriano

Coronavirus: soffre il comparto alberghiero, arrivano le prime disdette

L'emergenza legata al timore del contagio si ripercuote sul commercio e sul turismo e complica un quadro già difficile. «Serve un piano anche per le piccole e medie imprese, negozi compresi», la richiesta di Confcommercio

Una veduta di Fabriano

FABRIANO – L’emergenza Coronavirus si ripercuote sulle vendite dei negozi e sulle presenze in albergo a Fabriano. Non solo per l’oggi, ma anche in prospettiva. Si chiede che nei provvedimenti della zona rossa possa essere inserito anche il cosiddetto cratere sismico, in modo tale da dare un po’ di respiro all’economia di queste aree alle prese con la fase della ricostruzione post-sisma.

Non è un periodo facile per il commercio a Fabriano, come testimoniano le chiusure di attività commerciali e pubblici esercizi verificatesi in questi ultimi mesi. E proprio alla fine del periodo dei saldi invernali, è l’emergenza Coronavirus a complicare il quadro. «I saldi invernali non sono andati bene, come da previsione nazionale. È andata male, inutile nascondercelo», le parole del presidente della sezione di Fabriano della Confcommercio, Mauro Bartolozzi.

Lo spauracchio del Coronavirus ha portato difficoltà oggettive. «Da sabato 22 febbraio ci siamo guardati in faccia fino a giovedì mattina 27 febbraio. Poi venerdì e sabato sono state giornate decenti. Ma crediamo ci saranno strascichi anche in futuro. E per questo occorre redigere un piano anche per le piccole e medie imprese, negozi compresi. Ho chiesto al sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, di farsi portavoce anche verso gli altri sindaci del cratere sismico, perché tutti insieme possano chiedere l’inserimento di queste aree all’interno della zona rossa del Coronavirus».

Accanto a questo, secondo Bartolozzi occorre riprendere il discorso sulla richiesta di istituzione della zona franca, «perché il comparto soffre e non possono essere tre giorni andati bene a far dimenticare le difficoltà che stiamo vivendo. Il compito di Confcommercio sarà quello di portare avanti un programma serio a livello locale e nazionale che si focalizzi sulle difficoltà di tutta la zona montana», conclude Bartolozzi.

Situazione difficile anche per il settore alberghiero. «Siamo aperti, nonostante tutto, ma non abbiamo richieste. Lavoriamo prevalentemente con manager e rappresentanti in questa stagione dell’anno, ma hanno disdetto tutti in quanto lavorano da casa», fanno sapere dall’Hotel 2000, guardando anche al futuro, oltre che a questi giorni. «Non stiamo ricevendo richieste di preventivi per i mesi estivi. Alcuni turisti hanno già disdetto per maggio quando è in programma “Fabriano In Acquarello”. Un periodo terribile, il personale si consuma le ferie quando potrebbe usarle più avanti per altri motivi. Servono provvedimenti per il settore», invocano. 

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