Fabriano

Coronavirus, Fabriano: disposta autopsia su una deceduta della Rsa Santa Caterina

Sono due le denunce presentate alle forze dell’ordine da parte dei familiari di altrettante persone decedute in questi giorni nel cluster di residenza protetta

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L'ingresso della Residenza protetta Santa Caterina

FABRIANO – Sono due le denunce presentate alle forze dell’ordine di Fabriano dai familiari di altrettante persone decedute in questi giorni e legate al cluster di Coronavirus scoppiato all’interno della Residenza protetta di Santa Caterina. Il magistrato presso il Tribunale di Ancona ha disposto, in almeno un caso, di far effettuare l’esame autoptico su una donna morta nei giorni scorsi.

Secondo quanto denunciato dai familiari, a seguito della documentazione in loro possesso, la donna potrebbe essere deceduta anche per malnutrizione e disidratazione. E non sarebbe l’unico caso. Occorrerà anche accertare l’eventuale positività al Covid-19.

Si aggrava di giorno in giorno il tragico bilancio dei decessi degli ospiti della Residenza protetta di Santa Caterina a Fabriano. Al momento, sono tredici le morti che si sono verificate nelle ultime settimane. Da quando, cioè, è scoppiato un focolaio di coronavirus all’interno della struttura fabrianese con 52 su 55 ospiti contagiati (5 si sono negativizzati, esito tamponi di ieri) e 30 su 40 operatori sanitari e dipendenti positivi al test del tampone per il Covid-19. Ne è derivata, ovviamente, una carenza nell’assistenza sanitaria denunciata dallo stesso direttore, Giampaolo Ballelli. Situazione d’emergenza alla quale è stato risposto con l’invio di infermieri e medici dell’Usca, oltre ad assunzioni di Oss effettuate direttamente dall’Asp di Fabriano. Dalla direzione sanitaria dell’Area Vasta 2 si è deciso di trasformare in “una quasi corsia d’ospedale” Santa Caterina cercando di prestare la massima assistenza possibile.

Ma tutto ciò, secondo alcuni familiari, non è stato sufficiente a salvare la vita dei loro cari. «Per il momento, in due abbiamo presentato denuncia, ma altri potrebbero aggiungersi in queste ore – evidenziano -. Il magistrato ha già disposto l’autopsia in un caso per accertare il perché del decesso. Noi vogliamo solo salvaguardare la dignità dei nostri cari, vogliamo capire perché siano morti di fame e di sete, come si evince dai documenti sanitari in nostro possesso».

Sono tanti gli interrogativi che i familiari si pongono. «Perché non è stato fatto un esposto quando la situazione è peggiorata? Quando mancava il personale? Noi eravamo disposti a fare fronte comune, avremmo fatto di tutto per proteggere i nostri cari», le parole dei familiari che hanno presentato denuncia. «Certamente, 50 famiglie che si muovevano tutte insieme avrebbero fatto massa critica. Si sono fatte forse troppe parole e pochi fatti. Capiamo la situazione emergenziale, ma crediamo potesse essere gestita in modo diverso. La magistratura dovrà appurare quanto accaduto perché a nostro giudizio è mancata anche l’umanità e questo fa molto male a noi che oggi piangiamo i nostri cari», concludono.

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