Fabriano

Asilo del Borgo, il comitato per la Legalità di Fabriano promette battaglia sull’occupazione

Dopo sei anni la decisione dell'amministrazione comunale, che continua a suscitare aspre polemiche in città e che potrebbe avere anche una coda giudiziaria

L'occupazione del Laboratorio sociale Fabbri
L'occupazione del Laboratorio sociale Fabbri

FABRIANO – Il comitato per la Legalità risponde per le rime al Laboratorio Sociale Fabbri in merito all’occupazione illegale, ex asilo del Borgo, resa legale dall’Amministrazione comunale di Fabriano dopo sei anni.

«È vero: questo comitato è formato da praticamente tutte le forze politiche della città, ovvero da tutti coloro che agiscono secondo le regole. Il problema, quindi, è di chi si pone fuori le regole e se ne vanta. Cittadini aderenti a partiti anche di provenienza opposta hanno deciso di far nascere questo comitato togliendo, però, ogni riferimento ai partiti stessi proprio per permettere con più efficacia alle associazioni, ai residenti e tutti i danneggiati da questa situazione di poter avere uno strumento che li tuteli. Il comunicato degli illegali si scaglia con violenza contro CasaPound, la Lega e un consigliere comunale di sinistra colpevole di essere contro l’illegalità. Questo attacco svela platealmente la vera natura degli occupanti, verso i quali sindaco, giunta, forze dell’ordine hanno deciso di chiudere entrambi gli occhi», si legge nella nota a firma del comitato di Fabriano.

Quindi, un chiarimento sulla nascita dell’associazione Camminando, ascoltando e parlando grazie alla quale è stata legalizzata l’occupazione, ma «che pone loro dei doveri che si scontrano con i proclami di guerra verso i movimenti diversi dal loro. La loro associazione, infatti, non potrà più esercitare, come fatto fino adesso, attività politica, ne potranno escludere o impedire l’accesso a nessuno in un locale, a questo punto, aperto a tutti in quanto di proprietà pubblica. La delibera, infatti, recita: “Aperto a tutti i cittadini associati e non”. Non solo: il Sindaco di Fabriano si è speso pubblicamente per invitare la cittadinanza a frequentare l’ex asilo occupato. Impedire di fatto l’accesso a chiunque o proclamare di avere come intento quello di contrastare la Lega e CasaPound, dovrebbe far decadere sul nascere ogni regolarizzazione: è infatti evidente che il tentativo di costituirsi in associazione per dare un colpo di spugna ai reati è stata una mossa avventata».

In merito, poi, alla riqualificazione che l’occupazione ha comportato, è caustica l’analisi del comitato per la Legalità. «Tutti sanno che la Porta del borgo aveva a sue spese ripulito gli interni e di fatto installato l’impianto elettrico. Le foto che gli occupanti fanno circolare riguardo il materiale edile esterno, rappresenterebbero un ennesimo boomerang. Infatti, dovranno spiegare che fine abbia fatto tutto il materiale edile dell’azienda Sava che era depositato legittimamente nel cortile e se abbiano avuto l’autorizzazione a farlo sparire. Non solo: basta costeggiare l’asilo per accorgersi dei cumuli di sporcizia, rifiuti, vecchio mobilio, televisori, che da anni fa bella mostra di sé. Per non parlare delle condizioni igieniche in cui vertono gli interni. La neo associazione dovrà dimostrare come negli anni si siano procurati gli allacci alle utenze che, attraverso risposte ufficiali del comune ad ora non risultano allacciate regolarmente. Gli uffici e chi per loro dovranno anche dare finalmente risposte con documenti alla mano sullo stato di agibilità e destinazione d’uso del locale, nonché fare chiarezza sulle utenze allacciate irregolarmente. Risposte disattese a chi ne ha fatto regolare richiesta e che sembrerebbe aver messo in allarme gli uffici, tanto da andare a fare i dovuti controlli strutturali in fretta e furia. Non sembra proprio una procedura limpida, di fronte anche alla stretta sulla sicurezza che il comune ha intrapreso nei confronti dei locali in regola dopo la disgrazia di Corinaldo».

In coda, la stoccata finale con promessa di far approdare la questione in tribunale. «La neo associazione che si apre a tutta la città per noi del Comitato non può che costituire un’opportunità per la quale si potrà avere trasparenza e venire a sapere, finalmente, i nomi di coloro che hanno occupato uno stabile pubblico. La città deve infatti sapere che i coraggiosi che hanno agito con i favori delle tenebre, non hanno mai rilasciato le loro generalità ai pubblici ufficiali che erano andati a consegnare l’ordinanza di sgombero. A questo punto attendiamo con ansia la firma del documento che ufficializzerà questa marchetta post-elettorale, poiché l’atto ufficiale ci consentirà di poter agire direttamente nei confronti di persone fisiche per tutti gli illeciti fin qui commessi».

Ti potrebbero interessare