Fabriano

Fabriano, si chiude la vertenza Elica: plebiscito per il “sì” all’accordo. «A vincere è stato il territorio»

A votare sono stati 469 lavoratori pari all’86% del totale ed al 93% dei presenti al voto. Il risultato referendario è stato: "sì" per 426 dipendenti pari al 90,9%; "no" per 32 lavoratori pari al 6,8%; astenuti 11 tute blu pari al 2,3%

Un momento dello spoglio per il referendum Elica

FABRIANO – Via libera dei lavoratori Elica all’ipotesi di accordo sottoscritto, il 9 dicembre scorso, al Mise fra il management della multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, e i rappresentanti di Fim-Fiom-Uilm, comprese le Rsu di stabilimento. A votare sono stati 469 lavoratori pari all’ 86% del totale ed al 93% dei presenti al voto. Il risultato referendario è stato: “sì” per 426 dipendenti pari al 90,9%; NO 32 lavoratori pari al 6,8%; astenuti 11 tute blu pari al 2,3%. «Adesso si costruisca insieme il futuro dell’azienda sul territorio», il commento della segreteria della Fiom di Ancona.

I contenuti dell’accordo

«L’Italia così torna ad essere veramente centrale nelle strategie della multinazionale, non solo perché sede del quartier generale, ma soprattutto da un punto di vista produttivo, con una importante operazione di reshoring dalla Polonia di circa 200.000 cappe soprattutto di alto di gamma, con l’impegno di destinare allo stabilimento di Mergo tutte gli sviluppi di prodotto futuri dello stesso segmento ed accorpandoci le produzioni dello stabilimento di Cerreto D’Esi, in particolare il prodotto di punta Nikola Tesla, che invece erano destinate all’Est Europa dove erano, infatti, già state avviate le produzioni», evidenziano dalla Fiom.

Al tempo stesso il sito di Cerreto sarà oggetto di re-industrializzazione che, insieme al reimpiego del personale, esclusivamente su base volontaria ed incentivata, garantirà i livelli occupazionali sul territorio. «L’utilizzo dell’ammortizzatore sociale riguarderà una platea molto ampia, ma sarà esclusivamente propedeutico alla realizzazione del piano industriale, per una durata massima di 36 mesi, con verifica entro i 24 mesi: non ci saranno persone messe in cassaintegrazione a zero ore, ma saranno garantite a tutte/i almeno 30 ore di lavoro settimanali, con integrazioni salariali da parte dell’azienda sotto forma di buono pasto di 6 euro al giorno e con la maturazione integrale delle ferie e dei permessi. Le persone che nella vigenza del contratto di solidarietà, più il periodo di 24 mesi massimi di Naspi, raggiungeranno i requisiti pensionistici, potranno lasciare il lavoro avendo comunque garantito il 100% della retribuzione fino al momento della pensione, così come per chi volesse lasciare l’azienda in maniera autonoma e volontaria sarà previsto un incentivo all’esodo di 75.000 euro. Fermo restando il numero minimo di personale di 400 unità che sono quelle necessarie a rendere sostenibile una fabbrica da un punto di vista industriale e indispensabili per la realizzazione dei prodotti che poi dovranno essere venduti sui mercati». Si punterebbe a circa 150 uscite volontarie incentivate.

Investimenti e le dichiarazioni della Fiom

«Se alla fine del piano non si sarà arrivati al numero di uscite dichiarato dall’azienda, si procederà a confrontarsi su strumenti come il contratto di espansione, che prevedono percorsi di prepensionamento fino a 5 anni, prevedendo però anche un adeguato turn over con la staffetta generazionale, con l’obiettivo di ringiovanire la fabbrica, preservare i livelli di organici, le professionalità esistenti e quelle che serviranno in futuro. Per il prossimo biennio, sono inoltre previsti investimenti in prodotto e processo per 7,5 milioni di euro e percorsi formativi necessari alle nuove tipologie di produzione ed alla mobilità tra reparti che servirà a garantire lavoro a tutte le persone che resteranno in Elica. Inoltre viene istituito un modello partecipativo di controllo e verifica dell’applicazione dell’accordo sia a livello territoriale con incontri trimestrali, ma soprattutto in stabilimento dove azienda e RSU si incontreranno con cadenza almeno mensile, confrontandosi continuamente su temi che sono la vita della fabbrica come: l’organizzazione del lavoro, progetti formativi, sviluppo dello stabilimento e monitoraggio degli investimenti, operazioni di reshoring, utilizzo dell’ammortizzatore sociale, livelli occupazionali».

La Fiom ritiene quello siglato con Elica «un accordo molto importante, arrivato alla fine di un periodo molto difficile e duro, dove a vincere sono stati esclusivamente il territorio ed il Paese in generale, grazie al cuore, alla passione, alla forza delle lavoratrici e dei lavoratori di Elica che con la loro grande lotta sono riuscirti ad invertire un paradigma e hanno voluto indicare una strada diversa da seguire rispetto alle logiche speculative che stanno travolgendo il mondo del lavoro in Italia e contro le quali le persone vengono quasi sempre lasciate da sole, mentre ci sarebbe davvero bisogno di scelte coraggiose da parte di chi governa», conclude la nota.

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