Fabriano

Cartiere Miliani di Fabriano, situazione di stallo preoccupante

Incertezza e timore. Sono queste le due parole utilizzate dalle parti sociali per descrivere l’esito della riunione sindacale sullo stato di salute dell'azienda di proprietà del Gruppo Fedrigoni, che si è svolta oggi, 4 dicembre, a Bologna

Lo stabilimento delle Cartiere Miliani a Fabriano

FABRIANO – Preoccupazione e incertezza. Sono queste le due parole utilizzate dalle parti sociali per descrivere l’esito della riunione sindacale sullo stato di salute delle Cartiere Miliani di Fabriano, Gruppo Fedrigoni, che si è svolto oggi, 4 dicembre, a Bologna. Il rischio utilizzo degli ammortizzatori sociali rimane alto, anche se ancora non c’è nulla di definitivo.

«La novità sostanziale di questa riunione – dichiarano dalla Slc-Cgil delle Cartiere Miliani – è che non ci sono novità. Per questo rimane molto alta la preoccupazione e l’incertezza sul futuro della storica cartiera fabrianese. Ci siamo riaggiornati al prossimo mese di gennaio per fare il punto della situazione».

La riunione di Bologna, durata circa tre ore, ha visto le parti sociali confrontarsi con il management e la proprietà del Gruppo Fedrigoni, proprietario delle Miliani. Ci si aspettava qualche risultato maggiore che, invece, non c’è stato.

È stato, infatti, confermato che al momento non si intravedono possibili nuove importanti commesse all’orizzonte. Questo perché non sono stati ancora resi pubblici bandi ai quali partecipare. Resta inteso, dunque, che le due mini-commesse per stampare carta moneta acquisite nelle scorse settimane, potranno garantire lavoro per due/tre mesi al massimo nel 2018. Poi, rimane l’incertezza.

Attualmente, sono tre le linee di produzione ferme, a seguito della perdita di due importanti commesse relative sempre a questo settore, tra cui quella relativa all’Euro che è stata dimezzata a Fabriano come quantità di volumi di produzione in favore di una cartiera statale francese.

Ciò ha determinato il non rinnovo di molti contratti per gli storici precari delle Miliani e l’individuazione di circa 150 esuberi. Si sarebbe deciso durante la riunione di oggi di procedere con una riorganizzazione di questi dipendenti in altri comparti produttivi del Gruppo Fedrigoni. E se ciò non dovesse bastare, si inviteranno gli stessi operai a utilizzare tutti i residui di ferie possibili. Questo per evitare il ricorso agli ammortizzatori sociali. In questo modo si cercherà di tamponare questa fase almeno fino al primo trimestre del 2018. Poi, si vedrà.

Anche sulla ventilata vendita del Gruppo al fondo americano interessato, non si registrano significati passi in avanti. Tutto è assolutamente nebuloso. E ciò non fa altro che aumentare il disagio, la preoccupazione e l’incertezza fra i lavoratori e gli stessi rappresentanti sindacali.

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