Fabriano

La Cisl sui posti letto non riattivati in area vasta 2: «Sindaci non possono tacere»

Secondo il sindacato la riduzione di 10 posti letto di medicina a Fabriano, di 10 posti letto di medicina e 3 di chirurgia a Jesi, la chiusura della degenza di gastroenterologia a Senigallia, sono imputabili all'emergenza personale

Foto d'archivio

FABRIANO – Il mancato ripristino di tutti i posti letto accorpati con il piano estivo negli ospedali dell’Area Vasta 2 di Fabriano è imputabile all’emergenza personale. A dare questa spiegazione è la Cisl-Fp Marche/Ancona.

«L’emergenza personale non consente, dopo le ferie estive, la riapertura totale dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali dell’Area Vasta 2. E purtroppo, come previsto, il peso insostenibile del drammatico taglio del personale di 4.415.420 euro chiesto dall’Asur come indicato nell’allegato 8 della determina della Direzione Generale Asur n. 78 del 20 febbraio scorso», il j’accuse del sindacato.

Come chiarito dalla stessa Direzione, con documento ufficiale, con gli attuali organici saranno attuate delle drastiche riduzioni di servizi. Riduzione di 10 posti letto di medicina a Fabriano, riduzione di 10 posti letto di medicina e 3 di chirurgia a Jesi, chiusura della degenza di gastroenterologia a Senigallia. «A queste brutte sorprese sui servizi ospedalieri si aggiungono anche le riduzioni sulle degenze negli ospedali di comunità: 8 posti letto in meno a Chiaravalle, 3 posti letto in meno a Loreto, 20 posti letto in meno a Cingoli. Nulla è dato sapere sui servizi domiciliari e ambulatoriali».

Il tutto, sempre a detta dell’azienda, «richiede inoltre la riduzione del personale normalmente deputato alla sostituzione di assenze e malattie. Ulteriori riduzioni di organico, per pensionamenti, trasferimenti, vincite di concorso in altri enti o mancata sostituzione di malattie, comporteranno ulteriori chiusure di servizi», la certezza della Cisl-Fp Marche.

Il sindacato invoca una presa di posizione dei Sindaci dei comuni coinvolti. «Una situazione assolutamente inaccettabile per il peso che riversa sui cittadini e sugli operatori e su cui i Sindaci del territorio non possono tacere. I piani assunzione che a breve saranno presentati devono correggere il tiro e consentire la riapertura totale dei servizi con organici e minutaggi adeguati a meno che il legislatore regionale non voglia assumersi la responsabilità di non garantire i servizi sanitari ai cittadini o di affidarli a gestori privati».

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