Fabriano

Al via il Triduo Pasquale, il messaggio del vescovo di Fabriano-Matelica

Oggi pomeriggio alle 18:30, nella Cattedrale di San Venanzio, come in tutte le chiese della diocesi di Fabriano-Matelica, Cena Domini e alle 21, l’adorazione comunitaria. Domani, 30 marzo, Venerdì Santo, celebrazione della Passione e morte del Signore alle 18:30, in Cattedrale

La volta del Presbiterio della cattedrale di San Venanzio a Fabriano

FABRIANO – Questo pomeriggio, il via al Triduo Pasquale. «Centro di tutta la vita di un cristiano», come ha evidenziato il vescovo della diocesi Fabriano-Matelica, mons. Stefano Russo, nel suo messaggio.

Oggi pomeriggio alle 18:30, nella Cattedrale di San Venanzio, come in tutte le chiese della diocesi di Fabriano-Matelica, Cena Domini e alle 21, l’adorazione comunitaria. Domani, 30 marzo, Venerdì Santo, giorno di digiuno e di astinenza dal mangiare la carne, celebrazione della Passione e morte del Signore alle 18:30, in Cattedrale.

Sabato Santo, dalle 16, le confessioni e alle 22 la Veglia di Pasqua presieduta dal vescovo, mons. Russo. Quindi, il primo aprile, Domenica di Pasqua, le Sante Messe in Cattedrale di Fabriano saranno alle 9:30-11:15 presiedute dal Vescovo e di pomeriggio alle 16:30 e alle 18:15.

«Stanno diventando di uso sempre più comune delle piccole macchine volanti denominate “droni”. Si tratta di una sorta di mini-elicotteri che si levano in volo radiocomandati e che in alcuni casi permettono anche di trasportare materiali e pacchi. L’uso più consueto è quello finalizzato ad effettuare delle riprese video. Il paesaggio visto dall’alto è tutta un’altra cosa rispetto alla percezione che ne possiamo avere camminando lungo le strade. La bellezza delle immagini riprese dal drone ci stupisce. Ci accorgiamo di cose che la semplice “visione orizzontale” non può cogliere, costatiamo come sono in relazione fra di loro gli ambienti, le piazze, i terreni, le costruzioni, gli esseri umani. Il più delle volte le persone sono riconoscibili solo se sono accanto ad altre persone. Il “cambio di prospettiva” fa nascere in noi un giudizio “altro” su quanto ci circonda. La Pasqua che arriva può diventare l’occasione per uscire da una visione troppo “orizzontale” della vita nella quale a volte corriamo il rischio di chiuderci, limitando di conseguenza il nostro raggio di azione», scrive il vescovo di Fabriano-Matelica.

La prospettiva che parte dall’alto è quella della croce. Come è possibile che da uno strumento di tortura e di oltraggio alla dignità dell’uomo, possa scaturire un criterio di giudizio “altro”? È possibile perché quella croce, attraverso Cristo, è diventata il segno di vicinanza di Dio all’uomo e dell’uomo a Dio. Un Dio che si fa prossimo all’uomo non soltanto assumendo la sua stessa natura umana ma accettando di umiliarsi fino ad essere ucciso e sperimentare l’abbandono del Padre. Un Dio disposto a perdere tutto per amore dell’uomo. Il punto di vista della croce ti svela il “passaggio” verso una bellezza che diversamente non potresti cogliere. Comprendi allora che il giudizio della croce è un giudizio di misericordia. Di conseguenza questo cambio di prospettiva ti fa vedere che la tua vita ha senso solo se è in relazione. L’altro ti è necessario, ma non ti basta più stare accanto all’altro, capisci che è il “come” si sta l’uno accanto all’altro che diventa decisivo. La qualità delle relazioni dipende dal fatto che se sei in Cristo e di Cristo non stai lì ad aspettare le occasioni, ma capisci che l’altro è la tua grande occasione e che “esisti” solo se sei disposto a pagare di persona per farti “prossimo” all’altro. La prospettiva della croce ti dona uno sguardo che va “oltre” e che punta al cuore dell’uomo guardando ad ognuno come ad un candidato alla fratellanza. La Pasqua può diventare il vero cambio di prospettiva che apre la vita ogni giorno a nuove scoperte per le quali vale la pena spendere la propria esistenza», conclude mons. Stefano Russo.

 

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