Fabriano

Oltre 700 persone per dire “no” alla chiusura del Punto nascita di Fabriano

Una manifestazione, quella andata in scena questa mattina, molto colorata: palloncini e fiocchi azzurri e rosa. Ma anche con i partecipanti che hanno le idee molto chiare, messe nero su bianco in cartelloni e striscioni. Tante le famiglie presenti, con bimbi a seguito

Un momento della manifestazione

FABRIANO – Oltre 700 persone per dire no alla chiusura del Punto nascita dell’ospedale Engles Profili di Fabriano. Una manifestazione, quella andata in scena questa mattina, molto colorata: palloncini e fiocchi azzurri e rosa. Ma anche con i partecipanti che hanno le idee molto chiare, messe nero su bianco in cartelloni e striscioni. «La sanità è un diritto, chiudere i reparti un delitto»; «D451 non ce lo toccherà nessuno»; «Non vogliamo nascere per strada». A fianco dei cittadini, anche i medici ginecologi del reparto di Ostetricia, complessivamente dieci. Presenti il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, il primo cittadino di Sassoferrato, Ugo Pesciarelli, di Pergola Francesco Baldelli, di Serra San Quirico Tommaso Borri, di Esanatoglia Luigi Nazzareno Bartocci, la deputata del M5S Patrizia Terzoni, rappresentanti di tutti i partiti politici dal Pd alla Lega, passando per Forza Italia ai movimenti civici come Associazione Fabriano Progressista. Ma soprattutto tante famiglie con bimbi a seguito, in braccio a mamma o papà, o nelle carrozzine perché nati da pochi mesi grazie alla professionalità dei medici fabrianesi.

Il corteo davanti all’ospedale

«La nostra presenza a questa manifestazione è doverosa, per affiancare la città in questa giusta battaglia. Noi ci siamo sempre stati e, purtroppo, possiamo solo prendere atto di questa decisione: dal 15 febbraio non potremmo più accettare gestanti e dal 20 febbraio dimetteremo le mamme presenti in reparto. Sempre che non ci siano novità positive da parte della politica in questo lasso di tempo. Si chiuderà una struttura che ha sempre lavorato bene, nel massimo rispetto degli standard di sicurezza, con dieci medici ginecologi. Oltre al numero di parti, certamente la differenza l’ha fatta anche la difficoltà a garantire la presenza del pediatra h24, anche se siamo sempre riusciti a assicurare la presenza grazie alla collaborazione con altre strutture ospedaliere dell’Area Vasta 2», le parole della responsabile del reparto, Marta Mazzarini.

I Sindaci presenti

«Abbiamo organizzato questa manifestazione per dire chiaramente che il D451 non ce lo toccherà nessuno, quindi in difesa del nostro diritto alla natalità. Siamo molto arrabbiati con la politica e il solo rimbalzo di responsabilità che è stato in grado di fare. Noi chiediamo dignità per il nostro territorio e per dire no a questo lento e continuo smantellamento. Chiediamo con forza la creazione di un polo ospedaliero fabrianese per il territorio montano. Chiediamo ai politici di fare fatti e non parole, noi saremo al vostro fianco. Vi preghiamo spogliatevi dei colori partitici, parlatevi, mettetevi attorno a un tavolo e risolvete questa situazione: Sindaci, Regione, Asur e Ministro della Salute», ha scandito forte e chiaro, Katia Silvestrini, del comitato di cittadini nato a difesa del Punto nascita e dell’ospedale di Fabriano in generale.

Il primo cittadino di Fabriano ha evidenziato come sia intenzione del ministero della Salute rivedere i contenuti dell’accordo Stato-Regione entro fine marzo. «Quindi, il nostro obiettivo è quello di posticipare il più possibile la chiusura del reparto di Ostetricia, previsto ufficialmente il 20 febbraio prossimo», l’annuncio di Santarelli.

Il corteo in marcia

«L’ospedale di Fabriano ha standard di sicurezza ottimi e certo non aiuta per quanto riguarda la ricerca di pediatri il fatto che da anni si continui a dire che il Punto nascita chiuderà. Un pediatra giovane certamente non sceglierebbe di accettare un posto a Fabriano sapendo che esiste questo rischio. Invece, occorre creare le condizioni affinché il lavorare a Fabriano rappresenti un’occasione professionalmente rilevante. Concludo con un interrogativo rivolto a chi può prendere una decisione diversa dalla chiusura: Ma veramente qualcuno vuole assumersi il rischio di trasportare una gestante che sta per partorire sapendo la strada che abbiamo ora?», la domanda fondamentale posta dall’ex primario del Pronto soccorso del presidio ospedaliero cittadino, Elio Paleco.

«Nel nostro reparto stiamo continuando a lavorare nonostante tutto, dando ancora di più proprio dal momento in cui, da tre anni, ci hanno detto che era intenzione di chiudere il Punto nascita. Vi chiedo, quindi, un applauso non per la politica e per l’Azienda, ma per voi tutti che ci sostenete sempre e nonostante tutto», le dichiarazioni molto apprezzate di uno dei medici che operano all’interno del reparto, Beatrice Berruti.

Il corteo in piazza del Comune

Gli ultimi due interventi sono stati di Antonella Bartolini, in rappresentanza dei commercianti di Fabriano, che ha assicurato certa vicinanza in questa battaglia, «testimoniata dalle vetrine dei negozi addobbate con fiocchi rosa e azzurri». E la presa di posizione unitaria dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. «Di certo nessun soggetto in campo può pensare di cavarsela senza affrontare il nodo di una presa di posizione del più autorevole dei protagonisti: il ministero della Salute. Silenzi di comodo e travasi di responsabilità non sono la via per risolvere i problemi e ci auguriamo che ciascuno possa agire usando il massimo delle leve nelle proprie mani. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo».

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