Economia

Valmusone, in calo le aziende. Cantori (Cna): «Importante mutamento economico sociale»

La Cna di zona Sud di Ancona ha analizzato i dati della consistenza delle imprese nelle tre principali città: Loreto, Castelfidardo, Osimo

CASTELFIDARDO – La Cna di zona Sud di Ancona e il Centro Studi Sistema Cna hanno elaborato i dati Infocamere sulla consistenza numerica delle imprese nel 2023 per i comuni di Osimo, Castelfidardo e Loreto. Emerge un quadro difficile, con cali generalizzati del numero di imprese ma sicuramente meno “traumatico” rispetto al dato provinciale e del capoluogo di regione. Il comune di Osimo registra un saldo negativo, rispetto al 2022, pari a meno 165 imprese (meno 5,46 per cento), il dato peggiore degli ultimi 10 anni. Il trend negativo continua con perdite sullo stock di imprese del 2022 che già aveva visto una perdita consistente (meno 92 imprese). In 10 anni la città dei senza testa ha perso 328 imprese con un calo del 10,10%.

Le parole del segretario Cantori

«Siamo di fronte a un importante mutamento socio economico: sono 10 anni che in tutta la zona assistiamo ad una perdita di imprese. Questi dati però, come abbiamo più volte rilevato, devono anche essere letti con accanto i dati su occupazione e fatturati. Da quanto possiamo apprendere dai dati di Trend Marche, fatturati e occupazione tengono e per tale ragione possiamo ipotizzare che le imprese diminuiscono, ma quelle che restano sul mercato tendono a diventare più forti e grandi – commenta Andrea Cantori, segretario della Cna di zona Sud –. Siamo quindi di fronte ad una dura selezione del mercato delle imprese. La peculiarità della zona Sud di Ancona sta nel fatto che questo trend negativo è meno accentuato rispetto all’andamento provinciale e del capoluogo di regione, Probabilmente tale fenomeno è dovuto al fatto che rispetto ad Ancona le tre città di zona Sud di Ancona hanno un peso del Commercio (uno dei comparti più in cristi) meno rilevante, mentre è più forte la componente del comparto produttivo. Questo potrebbe spiegare anche la migliore performance in 10 anni di Castelfidardo, dove l’industria manifatturiera è sicuramente la parte più importante dell’economia cittadina e i servizi e il commercio invece sono sicuramente minori».

I settori

Entrando nei dettagli di ogni singolo settore non si notano anomalie sulle tendenze già in atto in tutta la provincia. Si registrano così cali vistosi nel commercio (meno 9,3 per cento), nel turismo e ristorazione (7,3), nelle costruzioni (6,9) e nell’agricoltura (6,7). Nella città fidardense lo scenario non cambia. Anche in questo caso assistiamo a un dato congiunturale negativo, un dato però migliore di quello osimano: rispetto al 2022 le imprese di Castelfidardo calano di 68 unità (4,29 per cento) e rispetto al 2014 le imprese passano da 1634 a 1518 (meno 116 pari al 7,10 per cento). Un calo importante ma minore rispetto alle città limitrofe. L’analisi per codici Ateco mostrano un andamento tendenziale in linea con le altre città limitrofe: anche nella città della fisarmonica cala il commercio (7,4), il turismo e ristorazione (6,3) e il comparto agricolo (5,5). Il settore delle costruzioni perde un 3,9 per cento ma fa meglio di quello osimano.

Nel comune di Loreto il trend è il medesimo dei comuni limitrofi ma con una peculiarità: la perdita di imprese in 10 anni è pari a 106 (meno 10,68 per cento), ma rispetto al 2022 la perdita risulta la più bassa di zona con un meno 27 (pari al 2,96). Il calo di imprese nella città mariana è più omogeneo, spalmato su più anni, rispetto invece al calo drastico di Castelfidardo e Osimo che fanno registrare perdite nel 2023 dal 4 per cento in su. Loreto quindi sembrerebbe invece continuare in un lento declino intrapreso già alcuni anni fa, più costante e meno impetuoso Per quanto concerne i singoli settori, anche in questo caso sono gli agricoltori (8,2 per cento) il commercio (7,8) e le costruzioni (6,7) a soffrire per questa moria di imprese. A differenza però delle altre due prime città di zona, Loreto fa anche registrare qualche dato positivo inaspettato con il più 3,5 per cento nel settore del turismo e della ristorazione e l’aumento del 23,5 delle attività di servizio di comunicazione e informazione.

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