Economia

Intesa Sanpaolo, i risultati dopo il terzo trimestre: il commento di Messina

Nonostante la crisi dovuta alla pandemia, la banca consegue un utile netto pari a 3,1 miliardi di euro. Ecco le parole del consigliere delegato e Ceo

Presentati i risultati dei primi nove mesi 2020 di Intesa Sanpaolo, al 30 settembre: la banca consegue un utile netto pari a 3,1 miliardi di euro. Questo il commento di Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo: «Dal primo manifestarsi della straordinaria emergenza causata dalla pandemia da Covid- 19, la banca ha messo in campo iniziative concrete a sostegno della comunità, dei nostri clienti e delle nostre persone. Portiamo avanti i nostri progetti rappresentando un riferimento per le famiglie, per le imprese e convinti del nostro ruolo di motore al servizio di una crescita inclusiva e sostenibile. Le risorse che, sotto forma di donazioni, abbiamo dispiegato per fronteggiare l’emergenza superano i 125 milioni di euro, con un intervento che ha visto la partecipazione oltre che della banca, dei suoi manager, dei dipendenti e dei suoi clienti».

Messina continua così: «Il nostro ruolo a sostegno dell’economia si sta manifestando con evidenze significative: il supporto all’economia del Paese è reso concreto dai 60 miliardi di credito a disposizione di famiglie e imprese, con la conseguente tutela dell’occupazione e il mantenimento dei flussi di liquidità tra comparti produttivi. Queste misure comprendono anche uno strumento innovativo come quello dei prestiti d’impatto a favore della coesione di tessuti imprenditoriali attivi sul territorio. Per primi abbiamo promosso le moratorie e nel corso di questi mesi ne abbiamo concesse per un valore complessivo pari a 66 miliardi. Inoltre, abbiamo erogato prestiti assistiti da garanzia statale per un totale di circa 24 miliardi. Il nostro ruolo di motore al servizio di una crescita sostenibile è reso possibile dalla capacità della banca di mantenere nel tempo una reddittività resiliente, accompagnata da crescenti livelli di efficienza, unitamente a una solidità patrimoniale tra le più elevate del settore bancario europeo».

Quindi un focus sui risultati conseguiti: «Nei primi nove mesi dell’anno, a fronte di un contesto molto impegnativo, abbiamo conseguito un utile netto pari a 3,1 miliardi di euro. Ciò significa che nei soli primi nove mesi dell’anno abbiamo superato l’impegno previsto per il 2020, ovvero quello di un utile netto di almeno 3 miliardi. Considerando i 3,3 miliardi di goodwill negativo e il risultato proveniente, in soli due mesi, da UBI Banca, l’utile balza a 6,4 miliardi. Nel quarto trimestre decideremo come utilizzare il goodwill negativo per rafforzare il bilancio della banca e affrontare il 2021 in una condizione di ulteriore solidità. Nel terzo trimestre, i ricavi beneficiano di una significativa ripresa del margine di interesse e delle commissioni. Inoltre, il flusso netto delle masse di risparmio in gestione è in accelerazione».

Un riferimento anche all’integrazione con Ubi Banca: «Continua il forte calo dei costi, confermando il nostro livello di efficienza operativa tra più elevati a livello europeo. Abbiamo ulteriormente rafforzato il nostro bilancio, riducendo lo stock dei crediti deteriorati di 3 miliardi di euro nei nove mesi. Il flusso di nuovi crediti deteriorati è al livello più basso mai registrato nei primi nove mesi dell’anno. Abbiamo migliorato i coefficienti patrimoniali, già estremamente solidi, con un common equity ratio in crescita al 15,2%. Nel solo terzo trimestre il capitale che siamo stati in grado di generare è stato superiore all’impatto derivante dall’integrazione di UBI. Grazie alla forza di oltre 1 trilione di euro di risparmi che gli italiani ci affidano, siamo un Gruppo campione nazionale e leader a livello europeo. La nostra posizione è resa ancora più solida dall’integrazione con UBI Banca. Tutti i passaggi previsti dal processo di integrazione si stanno realizzando secondo i tempi previsti e in alcuni casi stiamo raggiungendo in anticipo gli obiettivi fissati. Di conseguenza ci aspettiamo di ottenere sinergie significative, anche superiori ai 700 milioni annunciati a giugno. Al vertice di UBI Banca, abbiamo insediato un CdA di elevato standing; il team impegnato nel processo di integrazione sta svolgendo un notevole lavoro. Grazie a ciò le persone di Intesa Sanpaolo e di UBI Banca nei prossimi mesi potranno mettere a fattor comune ulteriori elementi di crescita e sviluppo. Tutto questo ci pone nelle condizioni migliori per raggiungere un utile netto non inferiore a 3 miliardi nel 2020 e a 3,5 miliardi nel 2021, senza considerare l’integrazione con UBI. L’utile netto previsto nel 2022 – compresi i benefici derivanti dall’integrazione con UBI Banca – è di almeno 5 miliardi di euro».

Infine, le conclusioni finali di Messina: «Tutto ciò mantenendo una elevata patrimonializzazione, anche considerando la potenziale distribuzione da riserve del dividendo a valere sul 2019. Siamo convinti di essere una delle banche meglio posizionate per poter riprendere la distribuzione dei dividendi una volta avuta l’autorizzazione della BCE. Confermiamo un pay out ratio del 75% per il 2020 e del 70% per il 2021. In aggiunta alla distribuzione dei dividendi previsti a valere sul 2020, verificheremo il consenso della BCE rispetto alla distribuzione da riserve del dividendo a valere sul 2019. In un periodo di eccezionale complessità segnato dalle conseguenze della pandemia, Intesa Sanpaolo ha confermato la capacità di raggiungere gli obiettivi, grazie alla coesione nel team di top manager e alla qualità professionale delle sue persone. A loro va il mio personale ringraziamento, per come hanno saputo sostenere famiglie e imprese con misure straordinarie nell’erogazione del credito e per la continua attenzione rivolta alla gestione del risparmio della nostra clientela. I risultati ottenuti, significativamente positivi, consentono alla nostra Banca di proseguire nel ruolo di motore al servizio della crescita inclusiva e sostenibile».

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