Economia

Economia e Coronavirus, Diego Della Valle a La7: «Perché non si sono chiuse le borse?»

L'imprenditore fermano, ospite della trasmissione condotta dal giornalista Giovanni Floris, ha parlato di ciò che sta accadendo all'economia del nostro Paese a seguito dell'emergenza legata al Covid-19

Diego Della Valle
L'imprenditore Diego Della Valle

«Perché non si è pensato di chiudere le borse per un certo periodo e bloccare quelli che sono stati degli sperperi di centinaia di migliaia di miliardi? Bloccare le borse significava dare respiro al sistema, verificare ciò che stava succedendo e poi riaprire quando il mercato era stabile. Non vorrei che dietro ci fossero dei “furbetti” che vogliono che in questi giorni la borsa cresca e salga per fare gli affari loro: sarebbe vergognoso». A parlare è Diego Della Valle, industriale fermano che martedì 3 è stato ospite, in diretta da Casette D’Ete, del programma “Dimartedì”, su La7, condotto dal giornalista Giovanni Floris.

«Stiamo vivendo una situazione difficile e imprevedibile per buona parte, una cosa che non ho mai visto né toccato e che mai pensavo potesse accadere – ha continuato l’imprenditore elpidiense -. Una situazione complessa nella quale dovrebbero essere poche le voci che la raccontano; è ora che inizino a darci anche un po’ di istruzioni vere su ciò che si può fare adesso e su ciò che dovremmo fare dopo».

«Siamo in un momento di grande nervosismo mondiale – ha dichiarato Della Valle dopo che il giornalista Floris gli ha chiesto se l’Italia è attualmente, secondo lui, un paese isolato -. I provvedimenti che sono stati presi non sono stati presi contro un popolo o un paese ma perché la gente oggettivamente si vuole proteggere. La simpatia e il rispetto per gli italiani sono intatti ma avere a che fare con il nostro Paese oggi è oggettivamente considerato pericoloso e quindi dobbiamo sbrigarci a spiegare agli altri che non è così».

«Ho l’impressione che adesso inizieranno i veri problemi perché il barista che vende meno caffè farà fatica a pagare la miscela e lo stesso accadrà a chi vende la pizza – ha osservato l’imprenditore -. Bisogna capire come trovare una soluzione per queste persone, soprattutto per gli imprenditori piccoli, senza entrare in una situazione di panico».

«In termini di economia un gruppo come il nostro dovrà tentare di dare una dimensione al problema per poi stabilire dei piani operativi che saranno, di certo, difensivi – ha aggiunto Della Valle -. Dobbiamo però sapere quale sarà il momento del tour around e lavorare su questo. Ognuno di noi si deve infatti rendere responsabile a dei sacrifici nei confronti degli altri e non fare in modo che si crei una catena che blocca l’economia. Dobbiamo spiegare agli italiane e alle famiglie, che purtroppo non hanno cercato questo problema ma che ora se lo ritrovano, che noi imprese rilevanti ci siamo e non faremo dei conti economici per vedere cosa ci conviene di più ma faremo dei conti per vedere cosa possiamo fare di più per le persone che sono intorno a noi».

In questo entra anche in gioco, ovviamente lo Stato, che «può fare qualcosa, insieme all’Europa che non può fare finta di nulla a questa chiamata; però bisogna farlo velocemente e con chiarezza».

Della Valle ha poi sottolineato che «si poteva comunicare la stessa gravità del virus ma in un altro modo. Non comunicare certo è sbagliato ma esasperarlo è sbagliato per altri motivi. Invece di correre dietro all’annuncio immediato bisogna far parlare gli scienziati e i medici e poi il Governo deve dare delle rassicurazioni».

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