Cultura

Un violino per il maestro Santini

Lo strumento del 1838 apparteneva al museo di San Ginesio. Ora è esposto a palazzo Campana di Osimo tra le opere recuperate dal sisma

Il maestro Santini si esibisce davanti al ministro e alle autorità.

OSIMO – Un violino del 1838 appartenente al museo di San Ginesio ed esposto a palazzo Campana di Osimo per la mostra “I capolavori Sibillini: l’arte dei luoghi feriti dal sisma”. C’è anche quel pezzo di incredibile storia e finitura, assieme ai tanti quadri salvati dal terremoto.

Il maestro osimano Marco Santini l’ha preso tra le mani per suonare “Il Cristo delle Marche”, colonna sonora della mostra, incantando tutti i presenti martedì pomeriggio. Lo stesso ministro Franceschini, commosso, gli ha stretto la mano ringraziandolo per il magnifico momento. «Una bella emozione suonarlo per il ministro, per le autorità presenti e per tutte le persone che hanno dato anima e corpo per questo bellissimo progetto», ha commentato il violinista.

Una musica celestiale che innalza gli animi al cielo, commuove e avvicina le Marche, terra forte che non perde mai la speranza, come in questo caso, quando già il pensiero è tutto volto alla ricostruzione dopo le lacrime.

Con Franceschini altrettante autorità, dal sindaco Simone Pugnaloni con l’assessore alla Cultura Mauro Pellegrini fino al nuovo presidente dell’istituto per l’istruzione permanente Campana Giampiero Solari, al debutto, e la direttrice della Rete museale dei Sibillini Daniela Tisi assieme ad alcuni degli otto sindaci dei Comuni che ne fanno parte.

Il sindaco Pugnaloni ha detto davanti a tutti: «Il ministro ha mantenuto la parola di venirci a trovare. Nel frattempo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci ha inviato una medaglia di bronzo accompagnata da una lettera di riconoscimento per il lavoro che è stato fatto qui, lavoro che tra l’altro ha dato occupazione ad alcuni giovani delle zone terremotate. In questo modo abbiamo dato sostegno a cultura e lavoro».

Domenico Ciaffaroni, sindaco di Montefortino, capofila della Rete ha lanciato un appello al ministro: «Ministro dia poteri a Comuni e Soprintendenza perché fino a oggi la risposta è stata poco sufficiente. Non possiamo più permetterci il lusso di aspettare».

I circa 150 capolavori, dalle tele di Fortunato Duranti, “artista di genio stravagante” di Montefortino alle opere di Giaquinto e Unterpergher, dalle nature morte di Spadino, Pfeiler e Munari alle pregevoli tavole del Pagani, del Ramazzani e del De Magistris, potranno essere visibili da tutti da domenica fino al primo ottobre.

Un momento dell’esibizione del maestro Santini, ieri nel corso dell’inaugurazione della mostra.

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