Cultura

Tre romanzi del 2016 da salvare

Come ogni anno a Dicembre, il New York Times, con il suo supplemento domenicale, fa la classifica dei 100 libri usciti nel 2016 che vale la pena leggere. Tra questi ci sono romanzi, saggi e storie autobiografiche.

Puntuale come ogni dicembre, il New York Times, con il suo supplemento domenicale, fa la classifica dei 100 libri usciti nel 2016 che vale la pena leggere. Tra questi ci sono romanzi, saggi e storie autobiografiche. Alcuni sono stati tradotti in italiano, per altri bisognerà aspettare e di altri ancora non sono giunte notizie. Ecco tre di quelli che le case editrici italiane si sono accaparrate:

Erano solo ragazzi
di Karan Mahajan, Garzanti

Quello di Karan Mahajan, uno scrittore indiano, è un romanzo che racconta come si incrocino i destini di persone. È un giorno come tanti al mercato di Lajpat Nagar, a New Delhi, e Nakul e Tushar sono due ragazzini come tanti, pronti a fare una commissione incaricati dal padre. Ma proprio quel giorno le cose vanno diversamente e i due cadono vittima di un’esplosione improvvisa. Non ritorneranno più a casa e quella piccola bomba che ha decretato la loro morte farà deragliare la vita di molti altri: quella del terrorista che ha organizzato l’attentato, quella del coetaneo Mansoon che si è salvato per puro caso, quella dei loro genitori che sempre si chiederanno perché proprio loro.

Guerra e trementina
di Stefan Hertmans, Marsilio

Marsilio ha pubblicato il romanzo dello scrittore belga Stefan Hertmans che attraverso il diario di un novantenne, Urban Martien, racconta uno dei secoli più duri e crudeli dell’umanità. Il destinatario di quel dono è il piccolo nipote che così scopre di quando un tempo ormai lontano un ragazzino voleva diventare pittore nella città di Gand prima che lo scoppio della Prima Guerra Mondiale spazzasse via ogni possibile realizzazione di quel desiderio. Da quel momento le cose cambiarono: arrivò il conflitto con tutte le sue efferatezze, ma arrivò anche l’amore per una donna che poi andò perduto per sempre. La sua è una testimonianza delle trincee delle Fiandre, ma è anche un inno generazionale che vuole trovare punti di comunicazione con il presente.

La vegetariana
di Han Kang, Adelphi

Ci sono scelte che possono incidere sulla realtà molto più di quanto si possa immaginare. È questa la storia che cammina sotterranea tra le pagine del romanzo di Han Kang, scrittrice della Sud Corea, che racconta la vicenda di una donna, Yeong-hye, che diventa vegetariana, anzi vegana e poi digiunante. Le sue intenzioni sono estreme: non vuole più introdurre nel suo corpo né derivati animali, né, nel momento di maggior fervore, qualcosa che sia lontana da luce e acqua. Ma cosa succede quando le scelte di una persona sono così radicali?

Mary Adorno

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