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Sorcinelli, il regista di San Costanzo che sta girando “Briganti”, serie Netflix

Il 34enne vincitore di un Nastro d'Argento: «Sono cresciuto con questo sogno e in futuro potrei girare un film nelle Marche»

Sorcinelli con la macchina da presa

PESARO – Il regista di San Costanzo e la serie Netflix. Si tratta di Nicola Sorcinelli impegnato nelle riprese sul set della serie per Netflix ‘Briganti’, un crime-western in 6 episodi che sarà disponibile sulla piattaforma streaming in abbonamento dal 2023. Il 34enne, già vincitore di un Nastro d’Argento con un corto, protagonista alla Mostra del Cinema di Venezia e con all’attivo un centinaio di importanti riconoscimenti, dal 22 febbraio si trova in Puglia per le riprese di questo nuovo lavoro. Accanto a Sorcinelli, Steve Saint Leger, che ha già firmato serie internazionali di successo come ‘Viking’ e ‘Barbarians’ e Antonio Le Fosse. Tra gli attori  Michela De Rossi, Ivana Lotito, Matilda Lutz, Marlon Joubert e Orlando Cinque. 

Come è nata la passione per il cinema?
«Ho iniziato da molto piccolo, andavo al cinema tutte le settimane con i miei genitori e mi piaceva. Volevo fare il regista, sono cresciuto con questo sogno. Ho girato i primi corti assieme ai miei compagni di classe. Poi ho vinto i primi premi fino ai festival importanti con il riconoscimento del nastro d’argento per Moby Dyck».

E ora Briganti, come ci sei arrivato?
«Sono stato contattato dal produttore ed eccomi sul set per realizzare una serie di 6 puntate. Parla del brigantaggio post unitario partendo da storie vere come quella di Filomena Pennacchio molto conosciuta, e il compagno Giuseppe Schiavone. Raccontiamo la loro lotta di resistenza contro i piemontesi. È una serie piena di azione, ambientata in Puglia. Ma toccheremo anche la Calabria e la Basilicata».

Sorcinelli sul set

Sei marchigiano, cosa porti sul set della tua terra?
«Sono cresciuto in una zona di campagna, la mia casa è in mezzo a un bosco, conoscere la natura mi sarà utile in Briganti. Sono solo regista».

Cosa ricerchi nelle tue riprese?
«Sicuramente oggi è più difficile stupire, perché abbiamo dei telefoni che sono macchine da presa, la sfida è quella di creare l’effetto sorpresa in un contesto in cui siamo bombardati di immagini. L’obiettivo è creare un valore aggiunto. La mia ricerca comprende tutti gli aspetti: la luce, il colore, il movimento delle macchine».

Quale sarà il tuo prossimo progetto?
«Ho scritto un film drammatico. Non so ancora dove potrei girarlo ma non escludo le Marche».

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