Cultura

Su il sipario alle Muse di Ancona, e buona la prima: «Una grande emozione» – FOTO

Parola chiave della serata, che ha visto lo spettacolo di Marco Baliani. Grande soddisfazione per Velia Papa, direttore Marche Teatro, e Paolo Marasca, assessore alla Cultura Comune dorico

Il pubblico in platea alle Muse

ANCONA – Emozione. C’era nell’aria, all’esterno. E poi si respirava dentro i corridoi che conducono alla platea. Emozione per il teatro che è ripartito e che ha potuto accogliere, finalmente, il suo pubblico seduto sulle poltroncine rosse. «Buona la prima» alle Muse, ieri sera (6 maggio) per lo spettacolo di Marco Baliani ‘Una notte sbagliata’.

«Che grande gioia vedervi, non potete rendervi conto», ha riferito l’attore al termine degli intensissimi 80 minuti in cui ha parlato della fragilità dell’essere umano, chiamato a fare i conti con una vita di difficoltà, oltre che con gli altri, diventandone un capro espiatorio (per i dettagli nessuno spoiler: sarà riproposto fino al 13 maggio, sempre alle 20, con doppia recita la domenica alle 16 e alle 20).

Tornando a quella magia ritrovata, biglietteria all’esterno in via della Loggia, as usual. Un primo desk all’esterno per consegnare l’autocertificazione e sanificare le mani, il secondo step la misurazione della temperatura prima di salire le scale principali.

A quel punto si viene intercettati dalle maschere, una dozzina presenti ieri sera, cui si sommano tutte le maestranze il cui lavoro non si è mai fermato, in quanto gli spettacoli sono stati trasmessi ugualmente in streaming. Ricominciare in presenza, però, è tutt’altra cosa. Lo sa Velia Papa, direttore di Marche Teatro, le cui poche parole proferite prima dell’inizio danno bene misura dell’emozione provata: «Siamo entusiasti di riaprire, profuma di normalità».

L’assessore alla Cultura del Comune di Ancona Paolo Marasca

Sono aperte la platea e la prima galleria. Nel frattempo sopraggiunge anche l’assessore alla Cultura del Comune di Ancona Paolo Marasca, che mostra altrettanta soddisfazione: «Se è pur vero che il Teatro delle Muse ha continuato a lavorare – dice – senza le persone sedute in sala non è la stessa cosa. Gli attori godono del pubblico, come il pubblico in sala gode nel vederli all’opera dal vivo e non dietro uno schermo in streaming. È tutt’altra cosa. Ed è bellissimo essere di nuovo qui». Poi va a sedersi in prima fila.

Tutti gli altri a ruota prendono posto. Una poltroncina sì, una no. Per garantire il distanziamento. Che c’è anche con le fila vicine, visto si è seduti sfalsati rispetto a chi precede o chi sta dietro. Suona la campanella. Per una, due, tre volte. Si alza anche un po’ di aria condizionata per ripulire l’ambiente all’interno del teatro.

Un primo annuncio che ricorda le regole da seguire. Come la mascherina, tassativa, per tutto l’arco della serata. Poi i primi suoni. E finalmente l’arrivo di Baliani sul palco. 80 minuti potentissimi. Un lungo applauso finale, che dura più di un minuto. Lui che ringrazia, quasi commosso. Emozione. Per il teatro che è ripartito. E non vuol più fermarsi.

Marco Baliani, durante l’esibizione (ph Marco Parollo)

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