Cultura

Pesaro, colori saturi e immagini ideali nella mostra fotografica di Claudio Cesarini

Allo spazio bianco di via Zongo arte e fotografia dal 1980 al 1990 a cura di Macula e Centrale fotografia di Fano

Uno degli scatti di Claudio Cesarini in mostra

PESARO – Colori saturi e immagini manipolate, la macchina fotografica diventa immagine ideale. Le associazioni culturali Centrale Fotografia di Fano e MaculaCultura Fotografica di Pesaro, con il patrocinio di Fondazione Pescheria e Comune di Pesaro, aprono la stagione espositiva 2022 di spazio bianco con “Immagini Ideali”, mostra personale dell’artista Claudio Cesarini. L’inaugurazione è prevista per sabato 15 gennaio 2022 ore 18.00 allo spazio bianco di via Zongo 45, il nuovo centro pesarese per la fotografia di Fondazione Pescheria.

Nato a Pesaro nel 1939, Claudio Cesarini frequenta l’Istituto di Porta Romana a Firenze, dove ha l’occasione di seguire le lezioni di alcuni dei protagonisti della cultura italiana del Novecento come Bruno Innocenti, Mario Moschi, Renzo Grazini e Alessandro Parronchi. Il suo percorso artistico prende il volo negli anni Sessanta, quando vince il Premio Salvi di Sassoferrato (1962, a cui seguiranno numerosi altri riconoscimenti nei decenni successivi), vengono organizzate le sue prime personali a Pesaro (1965 e 1968), entra in contatto con le avanguardie artistiche di New York e apre uno studio a Milano. Parallelamente all’attività di insegnamento nelle scuole, negli anni successivi si intensifica anche l’attività espositiva con mostre a Milano, Oristano, Innsbruck, Vesteras (Svezia) e varie località marchigiane, accompagnate da testi critici di studiosi come Giancarlo Scorza, Armando Ginesi e Silvia Cuppini.

Una fotografia di Cesarini

Anche in scultura Cesarini ricerca di una forma in grado di decostruire il dato naturalistico per dare potentemente voce a una condizione umana fatta spesso di solitudine, sofferenza ed emarginazione. Un percorso portato avanti con coerenza e abnegazione per decenni, nutrito dalla frequentazione di ospizi e ospedali psichiatrici, così come dalla profonda osservazione dell’umanità e del mondo circostante.

L’itinerario espositivo intende fare luce su un aspetto meno noto di questa produzione così vasta e variegata (a cui si aggiunge anche l’opera incisoria): le sorprendenti sperimentazioni realizzate con il mezzo fotografico negli anni Ottanta. In particolare, saranno esposte alcune stampe Cibachrome di grandissime dimensioni, riscoperte tra gli archivi dell’artista pesarese e portate alla luce per la prima volta nel 2018, in una mostra che si tenne a Lucera in collaborazione con Palazzo D’Auria Secondo, a cura di Marcello Sparaventi, Giuseppe Trincucci e Cristian Vescovi (il catalogo sarà disponibile a spazio bianco). Frutto di un’intensa manipolazione che trasfigura la realtà registrata dall’obiettivo, ottenute dalla stampa di diapositive e caratterizzate da colori saturi e brillanti, queste immagini sono testimonianza di un periodo particolarmente fertile e creativo. Cesarini sembra cercare nuovi mondi immaginari e soluzioni visive.

Le fotografie intesseranno un illuminante dialogo con alcune opere scultoree dell’artista. L’allestimento sarà accompagnato dalla proiezione del documentario La Processione del Dolore, dedicato alla vita e all’opera di Claudio Cesarini e nato da un’idea del figlio Marco, con musiche del duo Telios de Lorca (Marco Cesarini e Davide Mazzoli), riprese di Luigi Somma e con la partecipazione del poeta Stefano Sanchini.

Claudio Cesarini dedica questa mostra all’amico Lanfranco Malpezzi, per la vicinanza con cui per anni ha seguito il cammino del suo percorso artistico.

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