Cultura

L’arte in cantina

Autenticamente “underground”, la galleria d’arte Usbgallery è uno spazio ricavato da Annalisa Filonzi nel sotterraneo della sua casa nel centro storico di Jesi, sempre connesso al flusso creativo contemporaneo

JESI – Autenticamente “underground”, la galleria d’arte Usbgallery è uno spazio “rubato” nei sotterranei di una casa privata, nel centro storico di Jesi, pensato per saltare tutte le pratiche burocratiche relative all’organizzazione di mostre, approfondire la ricerca su artisti italiani e stranieri e condividerla con la città. Uno spazio sotterraneo e nascosto, ma sempre connesso al flusso creativo contemporaneo internazionale e aperto alla condivisione con la città.

La casa, in via Via Mura Occidentali 27, è quella di Annalisa Filonzi, esperta di arte contemporanea, giornalista per Artribune.com e curatrice di mostre importanti tra cui, nel 2008, “VIDEOGLAZ Mario Sasso e l’immagine elettronica” al Museo di Arte Moderna di Mosca, quattro piani di videoinstallazioni tutti dedicati al lavoro di ricerca dell’artista di origine marchigiana. Attualmente insegna Lettere presso l’Istituto Istruzione Superiore “E.Pieralisi” di Jesi, ma non ha mai smesso di scrivere e seguire i miei interessi per l’arte che riguardano soprattutto i nuovi linguaggi: video, fotografia, street art, contaminazioni varie. Interessi che ogni anno affiorano nella sezione di arti visive del Festival Nottenera di Serra D’ Conti per il quale cura la sezione di arti visive in collaborazione con Sabrina Maggiori. Nel 2013, grazie alla collaborazione del marito Giovanni Vignetti, ha trasformato la cantina della sua abitazione in una galleria d’arte dalla programmazione irregolare ma sempre aperta alle contaminazioni, all’incontro, alla ricerca, ai nuovi linguaggi.

L’USBgallery, home-gallery nei sotterranei di una casa privata di Jesi, in occasione della recente mostra “Dissolvenze”

«USBGallery – racconta Annalisa Filonzi – è una home gallery, aperta ad una comunità artistica che cerca dialogo e confronto. Come la porta usb che collega i dispositivi elettronici, mi piace pensare ad un luogo che crea collegamenti tra persone, esperienze e riflessioni che attraversano l’arte».

C’è un particolare feeling, e non solo nel nome, con la sfera del digitale.
«Sicuramente. C’è un mio grande interesse verso l’arte elettronica e la video-arte, un ambito che mi ha portato a collaborare molto con Mario Sasso, un autore che ha fatto dell’esplorazione espressiva dei nuovi linguaggi tecnologici l’ambito privilegiato della sua esperienza artistica. Ma non è l’unico ambito che mi attrae: mi piace pensare ad uno spazio espositivo privato senza calendario ma pronto ad accogliere artisti che mi colpiscono per la tecnica, la poetica, i temi. Quando trovo artisti così, li invito per condividere il loro lavoro con un pubblico sempre più grande, esposizione dopo esposizione».

Quali artisti ha accolto la USBgallery?
«La Galleria è nata nel settembre 2013 dopo averla pensata a lungo. La prima mostra è stata di Mariagrazia Pontorno, una giovane artista siciliana che si sta facendo strada nel panorama della video-arte internazionale e nazionale: in mostra, Roots, tra i suoi lavori più complessi, prodotto a New York durante la residenza per artisti internazionali all’Harlem Studio Fellowship. Poi, nel 2015, c’è stato Sottomondo con installazioni site-specific di carta ceramiche e disegni di un giovane street artist, Matteo “Ufocinque” Capobianco; un altro linguaggio che mi piace indagare è appunto quello della street-art, per la sua natura di forte contatto con la sensibilità popolare. Un altro progetto che USBgallery ha sostenuto è il lavoro del Collettivo FX per la tappa jesina del progetto “Dietro ogni matto c’è un Villaggio” con il murale dedicato a Bruno Cartò nella zona davanti la Casa di Risposo di Jesi, in collaborazione con Atgtp, progetto Malati di Niente e Comune di Jesi: un bel progetto, che ha indagato sulla definizione di normalità all’interno di una comunità che- finché esiste una coesione sociale – si stringe con affetto intorno ai propri matti e li protegge».

La mostra Sottomondo di Matteo Ufocinque Capobianco

Infine, nel 2016, la collettiva “Dissolvenze”, tutta al femminile, che dalla UsbGallery ha poi preso la via della galleria AOCF58 Bruno Lisi di Roma.
«Dissolvenze è una mostra che evidenza la grande incomunicabilità e assenza e solitudine tra le persone, proprio nell’epoca in cui la quotidianità è dominata dalla comunicazione di massa. Le tre artiste– Valentina Colella (Sulmona, 1984), Perla Sardella (Jesi, 1991), Bianca Senigalliesi (Senigallia, 1990) – si esprimono attraverso i più attuali mezzi di comunicazione, trasformando video, social network, internet in un linguaggio artistico estremamente in linea con la contemporaneità dei contenuti. Il confronto con sé stessi e con gli altri diventa nelle loro opere confusione tra figura reale e vita virtuale, un tema affrontato dalle tre artiste in modo diverso ma tutte attraverso la multidisciplinarietà, con una matura capacità, nonostante la giovanissima età, di mescolare in modo sperimentale linguaggi diversi– video, cinema, danza, performance, social network – per esprimere la loro visione».

Progetti futuri?
«Tante collaborazioni, tra cui a Roma con la galleria AOCF58 Bruno Lisi. Per USBgallery sto lavorando alla prossima mostra, ma non svelo ancora il progetto… come sempre sarà un luogo di sperimentazione per provare i miei gusti… e per confrontarmi con gli altri».

Un ringraziamento particolare a…
«Mio marito, Giovanni Vignetti. USBgallery è parte integrante della nostra casa e della nostra famiglia. Ama l’arte e mi aiuta nella scelta degli artisti, un vero promotore».

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