Cultura

L’amore tra l’Airone e la Dama Bianca

La storia di Fausto Coppi e Giulia Occhini tra Portonovo, Numana, Ancona e Senigallia. Le Marche protagoniste di una vicenda che ha scandalizzato e fatto sognare

ANCONA – Chi lo avrebbe mai detto che le Marche hanno svolto un ruolo da protagonista nella storia d’amore che ha scandalizzato, ma anche fatto sognare negli anni ’50? A loro è bastato uno sguardo, un saluto, una stretta di mano. Una favola di quelle che ancora oggi ci piace raccontare. Tanti ne hanno spesso sentito parlare, ma pochi conoscono i retroscena dell’amore tra Fausto Coppi e Giulia Occhini. Uno sportivo e una casalinga, un amore che non si ferma davanti a niente, nemmeno l’esilio è sufficiente per separare due cuori che si appartengono. Il Campionissimo e l’altra, snobbata, insultata, isolata, ma da lui sempre amata.

Le Marche
Ad Ancona Giulia Occhini fu ospite di sua zia Dina e del marito, il ferroviere Carlo Caimmi, dal 23 ottobre del 1940 al 30 ottobre del 1945, regolarmente iscritta nei registri comunali dorici. Ad Ancona viveva a casa degli zii, in via Urbino, al civico 4. E sempre ad Ancona Giulia terminò i suoi studi. A 22 anni, durante una passeggiata sul lungomare di Senigallia, l’incontro che in parte cambiò la sua vita, quello con l’Ufficiale Sanitario di Fano, Enrico Locatelli, anche lui sul lungomare di velluto per una passeggiata. Qualche mese dopo, il 26 settembre del 1945 Giulia ed Enrico si sposarono nel Municipio di Loreto. Dopo il matrimonio i coniugi Locatelli si trasferirono a Varano Borghi, in provincia di Loreto. Lei tornerà ad Ancona 9 anni dopo e dopo quattro giorni di carcere, da esiliata, a casa di sua zia Dina.

L’amore
Quello tra Fausto e Giulia è un incontro che avvenne per caso, quando lei accompagnò il marito tifoso de “Il Campionissimo”: si avvicinò a lui per chiedergli un autografo e scoppiò l’amore. Era la sera dell’8 agosto 1948, entrambi erano già sposati, ma il sentimento fatto di odori, colori, farfalle nello stomaco non si fermò davanti a niente. Nemmeno la polizia, l’esilio riuscirono nell’intento di separarli. Giulia e Fausto si sposarono in Messico.

L’adulterio
L’altra, la peccatrice, ma “La Dama Bianca” quel soprannome con cui ancora oggi in molti la riconoscono arrivò durante la tappa del Giro d’Italia a Saint Moritz, nel 1954 e fu opera del giornalista de “L’Equipe” Pierre Chany, che scrisse: “Vorremmo sapere di più di quella signora in bianco vicino a coppi”, un soprannome che le venne dato per via del montgomery bianco che indossava. Un amore messo alla prova: durante l’esilio ad Ancona Giulia aveva l’obbligo di dimora da sua zia ed ogni domenica doveva presentarsi in Questura per firmare il registro delle presenze. Fausto doveva allenarsi, ma Giulia era importante per lui, quanto lui lo era per la “Bianchi”, così riuscì a trasferire il ritiro ad Ancona, presso l’Hotel La Fonte, dove i due concepirono Faustino che nacque a Buenos Aires nel 1955. La scelta di nascere in Argentina fu presa perché lui potesse prendere il cognome di suo padre, Coppi. Bagni al mare, ma anche caldi abbracci davanti al panorama unico di Portonovo, così Giulia visse il suo esilio, incontrando di nascosto il suo amore.

Il progetto
Per un periodo Fausto Coppi fu in trattativa ad Ancona per acquistare il ristorante “Le Caravelle”, oggi l’area ospita un complesso residenziale, ma l’accordo non andò a buon fine. Nei loro progetti c’era quello di trasferirsi ad Ancona, ma Fausto morì il 2 gennaio del 1960 a poco più di 40 anni. Giulia si spense 24 anni fa, il 6 gennaio 1993. Il loro amore vive ancora.

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