Cultura

Clio si è fermata a San Giuseppe

La musa della Storia di palazzo Pianetti è "scesa" a Jesi nel quartiere San Giuseppe e ora, dall'alto, osserva angoli e volti. «L'obiettivo è trasmettere serenità nello spettatore e creare identità in un quartiere un pochino “sfilacciato”. Penso sia un arricchimento per Jesi»

Murale di Federico Zenobi nel quartiere di San Giuseppe a Jesi

JESI – Clio è approdata nel rione popolare. Estrapolata dal soffitto del boudoir di Palazzo Pianetti, la musa della Storia, riprodotta fedelmente da tre abili artisti, è scesa in strada e scruta ora il quartiere dalla parete di una palazzina di via San Giuseppe, fulcro di un mondo in miniatura che parla lingue e dialetti differenti. Realizzato da Federico Zenobi, apprezzato writer, disegnatore e tatuatore jesino, assieme agli amici Corrado Caimmi e Nicola Canarecci, l’affascinante murale in prossimità del Campo Boario rappresenta proprio la prosecuzione fra la gente di un percorso avviato fra cornici e affreschi. La rinascita della stessa storia.

Zenobi, come è nata l’idea?
Il progetto Chromaesis ha iniziato a prendere forma tre anni fa con Daniele Tassi, del Centro di Aggregazione Giovanile di Jesi. L’idea era quella di creare un piano artistico di riqualificazione urbana che interessasse le zone da molti considerate, non sempre a ragione, le “meno belle” della città.  Dopo aver conosciuto Simona Cardinali, Storica dell’Arte della Pinacoteca Civica, e dopo gli incontri in Comune con l’Assessore alla cultura, Luca Butini, il progetto si è concretizzato. Con Simona lo abbiamo definito, abbiamo iniziato a prendere contatti con le varie istituzioni tra cui l’E.R.A.P, per arrivare ad avere un confronto con gli amministratori di condominio della zona San Giuseppe, con gli inquilini e con i vari sponsor tecnici. L’idea è stata recepita benissimo fin da subito, sia dall’amministrazione comunale che dagli abitanti del quartiere».

Perché proprio Clio, la musa della storia?
«Insieme a Corrado e Nicola, due artisti e soprattutto amici con cui lavoro abitualmente, abbiamo iniziato a pensare a quale soggetto “immortalare”. Dopo varie proposte, cercando di non essere banali, abbiamo deciso di omaggiare Jesi. Nella Galleria di Arte Contemporanea della Pinacoteca ho fotografato uno degli affreschi e abbiamo così dipinto Clio, la musa della Storia. L’idea è stata quella di estrapolare un soggetto nascosto (non è un dipinto di un quadro famoso) e di replicarlo in chiave moderna, creando un nuovo pezzetto di Storia tra e per i cittadini. Nel dipinto poi, oltre alla frase di Calvino, abbiamo anche aggiunto un dettaglio del mosaico romano trovato sotto la scuola Federico II. L’obiettivo è trasmettere serenità nello spettatore e creare identità in un quartiere un pochino “sfilacciato”. Penso sia un arricchimento per Jesi».

Come siete intervenuti sul muro?
«Il muro del palazzo è stato prima rimesso in sesto grazie all’aiuto della ditta di Simone Goffi, e alle vernici della Caparol, poi noi siamo intervenuti con un’autocarrata della ditta Nacanco. Il lavoro è durato 5 giorni, il soggetto riprodotto è alto 9 metri».

Il progetto Chromaesis è un evento singolo o pensate di replicarlo?
«Questo è, in teoria, il primo di diversi interventi che andremo a fare anno dopo anno. Gli abitanti del quartiere che passavano, mentre eravamo al lavoro, ci chiedevano se potevamo dipingere tutta la via. Hanno già avviato una raccolta firme per coinvolgere altri palazzi della zona. Grazie agli sponsor e al Comune, infatti, questo tipo di interventi artistici non grava sulle tasche degli inquilini. Le iniziative sono state molteplici, a partire dagli workshop di fotografia con Fabrizio Carotti, i laboratori nelle scuole, etc».

Ringraziamenti particolari?
«Io, Corrado e Nicola ringraziamo in particolar modo Simona Cardinali, la nostra “risolvi problemi”, il Sindaco Bacci, l’assessore Butini, e tutto il comune di Jesi. L’E.R.A.P, gli amministratori di condominio, gli abitanti del palazzo che abbiamo dipinto, e tutti quelli che sono passati a salutarci e a farci i complimenti. La Caparol di Jesi (in particolare Sabina e Lorenzo), la ditta Simone Goffi e la Nacanco. Daniele Tassi, Elisabetta Landi e Fabrizio Carotti. Speriamo che il progetto sia piaciuto e di poterlo replicare il prossimo anno. Grazie a tutti».

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