Cultura

Il Don Carlos di Marco Filiberti

Dopo i successi cinematografici, il regista milanese torna a Jesi – dove nel 2009 girò il “Compleanno” con Alessandro Gassman - per una residenza teatrale intorno a Frederic Schiller, dall’8 al 20 marzo

Il regista Marco Filiberti

Il regista milanese – e toscano d’adozione – Marco Filiberti sceglie ancora una volta Jesi per un nuovo progetto creativo ispirato al “Don Carlos” di Friedrich Schiller, con una residenza al Teatro Moriconi dall’8 al 20 marzo, e due anteprime nazionali aperte al pubblico del nuovo spettacolo teatrale di cui firma regia e drammaturgia, il 17 e 18 marzo. In scena, gli attori Matteo Tanganelli, Diletta Masetti, Stefano Guerrieri, Luca Tanganelli, Giovanni De Giorgi; le scene sono di Benito Leonori, light designer Mauro Toscano, costumi Daniele Gelsi, sound designer Stefano Sasso. Sempre il 17 marzo, alle ore 17, presso il Foyer del Teatro Pergolesi presenterà il cofanetto “Il pianto delle Muse”.

Regista di cinema e teatro, drammaturgo, scrittore e sceneggiatore, noto al pubblico per film di successo quali “Cain” (2015), “Il Compleanno” (2009) e “Poco più di un anno fa. Diario di un Pornodivo” (2003), Filiberti ha messo al centro del suo lavoro i miti contradditori del contemporaneo.

Il sodalizio con Jesi risale al 2009, quando girò al Teatro Pergolesi la scena iniziale del film “Il Compleanno”, in concorso alla Mostra di Venezia, con attori di primo piano tra i quali Alessandro Gassman, Michela Cescon, Maria de Medeiros, Massimo Poggio, Piera degli Esposti e Christo Jivkov. Al Teatro Studio “V. Moriconi”, nel 2012, affidò poi il suo ritorno alla drammaturgia con il debutto nazionale dello spettacolo “Byron’s ruins”, ispirato alla figura di George Gordon Byron (1788-1824), uno dei più importanti poeti romantici inglesi. E ancora, nell’orbita della collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini e, in particolare, con lo scenografo Benito Leonori, ha preso poi corpo la trilogia teatrale “Il pianto delle Muse”, oggi sedimentata in un cofanetto che include tre dvd con gli spettacoli integrali (“Conversation Pieces”, “Byron’s ruins”, “Il Crepuscolo di Arcadia”), ed un volume edito da Titivillus e curato da Pierfrancesco Giannangeli, docente dell’Accademia Belle Arti Bologna.

Una scena dello spettacolo Byron’s Ruins al Teatro Moriconi nel 2012

Lo spettacolo “Intorno a Don Carlos: prove d’Autenticità”, di Marco Filiberti da Friedrich Schiller, nasce dalla collaborazione tra Le vie del Teatro in Terra di Siena, Fondazione Pergolesi Spontini, Centro Studi Valeria Moriconi, Teatro Comunale degli Avvaloranti Città della Pieve.

La storia: nella corte di Filippo II, l’infante Don Carlos, eccentrico ed epilettico, è accusato di avere una relazione incestuosa con la matrigna, la regina Elisabetta di Valois; grazie all’aiuto dell’amico Rodrigo, marchese di Posa, il profondo e confuso desiderio di autenticità di Carlos viene indirizzato verso la liberazione dei popoli delle Fiandre, oppresse da suo padre, il re Filippo II, ma il complotto di corte avrà la meglio sulla instabile sensibilità del principe.

Si tratta – spiega il regista – di un «accadimento teatrale per piccolo organico a cinque personaggi, presentato per la prima volta come un kammerspiel ad alta tensione, provocatorio e violentemente poetico». Il kammerspiel è una forma teatrale per pochi attori e per un piccolo pubblico, ed in questo caso adotta – è sempre il regista a spiegare – «una cifra stilistica che tende a negare ogni naturalismo per volgersi a quel sublime etico ed estetico tanto caro a Schiller, immersa in una dimensione a-cronica di Tempo annullato». Usando la Storia trasversalmente, nel ‘500 del regno di Spagna sotto Filippo II, nel ‘700 tedesco, nel nostro tempo, la drammaturgia evoca un contesto storico oscuro e repressivo, metafora della «claustrofobica assenza dell’uomo contemporaneo – assenza di meta, di radici, di grazia, di bellezza, di spazio, di silenzio».

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