Cultura

I sogni di Federigo Tozzi e i Segreti di Twin Peaks

Con la recente uscita della terza stagione della serie firmata da David Lynch, la tv torna a colorarsi di onirismo. Del culto del sogno e dei suoi significati hanno iniziato fin dall'inizio del secolo scorso a interessare artisti e scrittori, tra cui l'autore di "Belve" o " Ricordi"

Con la recente uscita della terza stagione dei “Segreti di Twin Peaks”, firmata dal celebre David Lynch, la tv torna a colorarsi di onirismo. Il culto del sogno e i suoi significati hanno iniziato fin dall’inizio del secolo scorso a interessare artisti e scrittori, e chi più chi meno tutti ne sono rimasti assorti. Un mondo particolare dove l’impossibile diventa possibile e l’iperrealtà si consegue in una visione a occhi aperti.

Fra i tanti autori che impressero i significati surrealisti e onirici c’è una figura adombrata, quasi inosservata fra i grandi titoli della narrativa italiana che è Federigo Tozzi. Senese di nascita e romano di morte, Tozzi ha espresso attraverso le sue opere, simboliche o meno, notevoli tratti in comune con le teorie freudiane del sogno. In particolare suscita gran fascino la presenza di animalizzazioni e mostri nei suoi romanzi. Motivi autobiografici, per di più patologici, se si considerano le testimonianze famigliari che affermano come l’autore toscano sia stato affetto da certi disturbi della psiche. Dunque le sue tendenze ad animalizzare provengono proprio da quella mente che, vivendo in una realtà in cui l’individuo non riesce a relazionarsi con gli altri, crea nelle figure estranee veri e propri connotati zoomorfi. E giusto per continuare il parallelo con il regista Lynch, è in molte sue opere che si ritrovano immagini crude e di dubbio gusto, come il ricordo di un bambino dal pollice mozzato. Leggendo “Belve” o ” Ricordi” il motivo onirico fuoriesce esplicitamente nella lettura di personaggi volutamente descritti come brutti. Sicuramente l’attenzione per questa accezione, questa piega non più naturalista letterariamente parlando, si incastra eccellentemente nel nuovo panorama culturale inaugurato da Freud.

In tutto ciò la cultura cinematografica di Lynch può indurre il lettore a considerare secondo i canoni lynciani alcuni passi delle opere di Tozzi, ritenuto comunque un autore dal deficitario background in confronto ai suoi colleghi contemporanei. Uno scrittore che oltre che a convivere con dei demoni di natura patologica, soffre di disturbi verso se stesso e in generale nei rapporti umani. I problemi relazionali nei confronti della società sofferti dal personaggio (e dunque dall’autore a sua volta) possono essere inseriti in un contesto pienamente moderno in relazione a quell’epoca. Per questo non si può fare a meno delle sue letture per capire la narrativa di inizio secolo, nonché l’uomo in crisi dei decenni relativi al primo conflitto mondiale.

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