Cultura

Ad HangartFest di Pesaro la grande danza italiana, dal 1 settembre al 30 ottobre

32 eventi, 20 serate di spettacoli dal vivo e 12 proiezioni per la XVIII edizione del festival di danza contemporanea. Importanti presenze internazionali, in video e live, tra cui il coreografo di Jesi Luca Silvestrini

"Hu_Robot" di Ariella Vidach

PESARO- Torna a Pesaro, dal 1 settembre al 30 ottobre, HangarFest, il festival di danza contemporanea che si rivolge alle nuove generazioni di coreografi e performer. Due mesi di programmazione, 32 eventi e 20 serate di spettacoli dal vivo, di cui 5 debutti assoluti, 9 prime regionali e 1 coproduzione, con proposte che spaziano dalle performance di danza urbana al teatro di movimento, dalle installazioni alla video-danza, dalle conferenze ai workshop. La XVIII edizione sarà dedicata alla scena contemporanea italiana e con nutrita presenza di artisti stranieri in video. Agli spettacoli in presenza si affiancherà infatti quest’anno anche la sezione “Video Box” con 12 proiezioni di cui 5 dedicate a Israele, punto di riferimento per la danza contemporanea, 3 ad artisti italiani e 4 dedicate al Premio Interfaccia Digitale. Inoltre ci saranno 2 conversazioni con due coreografi italiani di fama internazionale, la prima con lo jesino Luca Silvestrini, e la seconda con il livornese Marco Becherini.

La manifestazione, sostenuta dal MIC Ministero della Cultura, dalla Regione Marche e dal Comune di Pesaro, vede tra i promotori storici Atelier Danza Hangart e Proartis, e si realizza con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro; vi collaborano inoltre l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele a Roma, ISIA Urbino, Sistema Museo di Pesaro, Indipendance, AMAT e CMS Consorzio Marche Spettacolo.

La conferenza stampa di presentazione di HangartFest 2021

Nei giorni scorsi, presso la Sala Rossa del Comune di Pesaro, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Festival, alla presenza di Antonio Cioffi, direttore artistico di Hangartfest, di Daniele Vimini vice sindaco e assessore alla Bellezza del comune di Pesaro, di Andrea Biancani vice presidente del Consiglio della Regione Marche e di Giovanna Giacchella vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. «Vista la crisi economica che ha colpito la società su scala internazionale, che si è riversata sul mondo dello spettacolo in maniera catastrofica, soprattutto in Italia, questa edizione sarà tutta dedicata alla scena contemporanea italiana», ha spiegato il direttore artistico, precisando che «non si tratta di campanilismo e tanto meno di esterofobia; abbiamo voluto rivolgere la nostra attenzione ad un settore che è in ginocchio, che ha subito chiusure lunghissime, portando allo stremo migliaia e migliaia di famiglie, lavoratori e lavoratrici di ogni comparto della cultura, per lo più intermittenti, sia tecnici che artisti. L’Italia è stata particolarmente colpita ed ora ha bisogno di riprendersi al più presto. Un’istituzione finanziata da fondi pubblici, come la nostra, credo che abbia il dovere di dare un segnale di incoraggiamento in tal senso, e credo che per la danza sia una questione vitale, urgente. La danza e l’arte non hanno confini, quindi spero che si possa tornare presto ad una situazione di normalità e riattivare i canali di scambio con l’estero».

Il festival si inaugura al Teatro Maddalena il 1° settembre alle ore 21 (repliche la stessa sera alle ore 22.30 e il giorno successivo alle 21 e ancora alle 22.30), con la prima assoluta dello spettacolo “Rab Express” prodotto da AiEP e presentato da Cantiere Idina Who. Il collettivo interdisciplinare è formato da Elisabetta Da Rold, Manuel Ghidini, Kateryna Kovalchuk, Pablo Ezequiel Rizzo e Ilaria Zanotti, cinque giovani creativi, tra danzatori, attori e artisti visivi provenienti dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e dall’Accademia di Brera di Milano. Il lavoro affronta, attraverso uno sguardo poliedrico, gli effetti che i meccanismi del sistema lavorativo capitalista hanno sulla psiche e sul corpo del singolo individuo, alla luce della quarta rivoluzione industriale.

Luca Silvestrini, foto di Johan Persson

Il 4 settembre alle ore 21, è la prima serata di “Video Box” con uno speciale dedicato a Luca Silvestrini, coreografo marchigiano trapiantato a Londra da ormai 25 anni. L’artista ha alle spalle un’importante produzione artistica con la sua Protein Dance Company ed è molto attivo sul versante della danza di comunità, impegnato spesso in progetti di confine, nelle carceri, con disabili e immigrati. La serata vede intervenire lo stesso Silvestrini per presentare il suo film “The sun inside”, vincitore del prestigioso LAFA Los Angeles Film Award 2020, e Franca Zagatti, una delle maggiori esperte di danza di comunità in Italia.

“Video Box” prosegue il 5 settembre accogliendo una compilation di brevi film realizzati da diversi artisti: “Hu_Robot” di Ariella Vidach; “Save, Click” e “Meccaniche Celesti, omaggio a Battiato” di Davide Calvaresi; “Dialogues” e “Pianissimo” di Michela Paoloni; “Città sacra”, “Vita Oltrevita” “Dancers by the Fountain” e “It takes two tango” di Anna Albertarelli e Roberto Ruager. Segue il trittico – questa volta in forma digitale – di “Rab Express: 01 Siempre a tiempo, 02 Expansion, 03 Continuidad” del Collettivo CIW (Cantiere Idina Who).

Il 9 settembre, alle ore 18.30, con replica il giorno successivo alla stessa ora, la Corte Franca Rame-Dario Fo di Palazzo Mazzolari, va in scena lo spettacolo in prima assoluta “Tandem” di Sara Campinoti e Daniele Del Bandecca, regia di Marco Becherini, con la compagnia Fika Danza di Firenze, anch’essa di recente formazione. Liberamente tratto da un racconto del libro Online di Alidaria, Tandem indaga la natura profonda dell’amore e il suo ciclo vitale. Si chiede se il sentimento può morire ed, eventualmente, in cosa consiste la sua morte. Il progetto nasce dall’esigenza di rendere esplicito ciò che davvero succede nella pancia di due persone che intraprendono un viaggio insieme, mettendo in evidenza le dissonanze che spesso si creano tra le loro azioni quotidiane e l’effettivo dialogo delle loro anime.

Il 9 settembre alle ore 21 al Teatro Maddalena, Marco Becherini presenta, nella sezione “Video Box”, tre film documentari che testimoniano il lavoro che da anni compie nel contesto ospedaliero, a contatto con persone malate di cancro. Becherini, livornese trapiantato a Marsiglia, non è nuovo in esperienze di confine: alcuni anni fa lavorò come coreografo nei campi profughi libanesi e il suo approccio alla danza, che poi riflette il suo essere, è sempre stato impegnato sul piano sociale e politico. Egli scrive “Lavoro sulla relazione curante-curato dei reparti di oncologia attraverso la danza, per compiere un viaggio collettivo all’incontro della propria bellezza e della bellezza del mondo”. Ad Hangarfest, i suoi tre film in programma sono: “Project de vie, Project de ville” (2021), “Arles ai corps” (2020) e “Jeux de tables” (2019). Le proiezioni avvengono alla presenza dell’artista e segue una conversazione a cura di Monica Miniucchi, coreografa impegnata da anni nell’ambito del disagio.

Al Teatro Maddalena, il 16 settembre alle ore 21, con replica il 17, 18 e 19, la prima assoluta di “Tratti divisi alternati” di Luca Campanella e Roberto Lori, una coproduzione Hangartfest e Compagnia Simona Bucci / Compagnia degli Istanti di Firenze, alla quale i due artisti stanno ancora lavorando. Il tema cardine dello spettacolo è il contrasto tra la tensione spirituale e un accumulo sensoriale, la catena consumistica che si genera con la creazione di un bisogno, il soddisfacimento e la produzione di un nuovo stimolo. L’allontanamento da un contatto con il sé genera la perdita di un’essenza del vivere e quindi della sua ricerca come condizione specificatamente umana.

“Museo in danza” è la performance site-specific che Marta Bevilacqua, coreografa della Compagnia Arearea di Udine, propone il 24 settembre con Anna Savanelli e Valentina Saggin ai Musei Civici di Pesaro. Sono previste più repliche durante la giornata. Il progetto mette in relazione tra loro differenti settori della cultura, rinnovandone i formati e le modalità di fruizione, al fine di suscitare l’interesse di più ampie fasce di pubblico e avvicinare nuove tipologie di visitatori/spettatori alle arti performative contemporanee e al nostro ricco patrimonio museale. L’iniziativa rientra nelle attività di promozione e ospitalità della danza contemporanea, allo scambio e al confronto tra linguaggi, all’innovatività dei progetti e sostegno al rischio culturale.

Il 26 settembre alle ore 21, al Teatro Maddalena, dopo una residenza artistica offertagli da Hangartfest, debutta il maceratese Andrea Baldassarri con “Tempo di posa” nella versione live performance, abbinata all’omonimo film che Andrea ha realizzato per Marche Palcoscenico Aperto, progetto promosso da AMAT e Regione Marche. Il tempo di posa è un tempo sospeso, in fotografia è il passaggio necessario al sorgere della figura. Il progetto video/performativo osserva la sospensione del tempo e dello spazio, messi a fuoco nel surreale periodo storico dalla pandemia, attraverso la giustapposizione di soggetti adolescenti a contesti di luoghi abbandonati.

“Tempo di posa” di Andrea Baldassarri

Segue il “Focus su Israele” all’interno di “Video Box”, che si articola su diverse serate e che accoglie in versione integrale alcune delle più interessanti e recenti produzioni da Israele, tutte in prima italiana. Si inizia il 29 settembre con “L’état des choses” di Avi Kaiser e Sergio Antonino. Il 30 settembre seguono tre lavori brevi: “First things 1st” di Michael Getman, “Black belt” di Liat Dror e “Do not title me”dell’artista palestinese Sahar Damoni. Il 1° ottobre si proietta “Noor” della coreografa Tamar Borer e del compositore Tom Klein. Il 2 ottobre è la volta di “One more thing” di Adi Boutrous, mentre il 3 ottobre la sezione Video Box ospita la proiezione di “Yag_The movie” di Ohad Naharin con la Batsheva Dance Company.

L’8 ottobre, con replica il 9, al Teatro Maddalena, ore 21, in prima regionale, vanno in scena due opere brevi di Luciano Padovani per la compagnia veneta Naturalis Labor: “Pezzi fragili”, un lavoro per due danzatori, Roberta Piazza e Andrea Rizzo su musiche di Shumann e Shostakovich e “Prelude” ispirato a Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy. “Pezzi fragili” parla di due vite, persone comuni le cui abitudini giornaliere sono intrecciate con il luogo che abitano. È un pezzo evocativo senza essere narrativo, uno spazio intimo che raccoglie depositate le memorie dei viaggiatori che lo hanno attraversato e che parla di passaggi, di cambiamenti, di viaggi verso la vita.

Il Festival prosegue il 15 ottobre, sempre al Teatro Maddalena, con “Whoman”, lavoro di Mario Coccetti per la S Dance Company di Reggio Emilia. Lo spettacolo è uno studio sull’identità del maschile e del femminile, nuovi corpi rinascono in un nuovo mondo dominato dal caos e dalla frammentazione di un universo in costruzione. Come novelli abitanti dell’Eden, i nuovi corpi si muovono in maniera disordinata, scomposta e come organismi monocellulari, si evolvono, mutano, prendono coscienza di loro stessi, raggiungendo una forma completa che prelude alla libertà.

Il 22 ottobre al Teatro Maddalena, da Venezia approda Laura Colomban presentata da Indipendance che, con il suo “Möbius devices“, conduce lo spettatore in un viaggio sonoro e spaziale facendo uso di tecnologie digitali. La performance è un’esplorazione fisica della presenza misteriosa dell’assenza, sospesa in un tempo circolare, sferico, senza fine e senza inizio. Il pubblico è invitato a contemplare la stimolazione della percezione visiva, cinestetica, cognitiva e sonora.

Seguono, il 24 ottobre al Teatro Maddalena, due lavori. Il primo dal titolo “In sospeso” è presentato dalla Compagnia XE di Firenze, che vede in scena gli stessi autori, Sara Paternesi e Liber Dorizzi. Il secondo, “Continuum”, è danzato da un gruppo di performer della compagnia pugliese Equilibrio Dinamico. L’opera è di due coreografi svizzeri, Matthias Kass e Clément Bugnon.

Hangartfest termina il 30 ottobre al Teatro Maddalena con la visione delle opere di video danza finaliste e l’annuncio del vincitore del Premio Interfaccia Digitale. La serata è preceduta, il 25, 26 e 27 ottobre dalla visione delle opere semifinaliste selezionate dalla Giuria dei Critici e degli Studiosi. L’edizione 2021 del Premio, la seconda, è presieduta da Giulio Stasi, regista di teatro, performer e videomaker, e prevede tre livelli di selezione con tre diverse giurie. La Giuria interdisciplinare è composta da Masako Matsushita (coreografa e performer), Edoardo Serretti (fotografo), Daniele De Angelis (coreografo e video maker), Jonathan Pierini (progettista grafico, Direttore di ISIA Urbino), Paolo Paggi (curatore, artista visivo) e Stefano Salimbeni (video maker). La Giuria dei Critici e Studiosi è formata da Francesca Pedroni (critico per il Manifesto e per la rivista Danza&Danza), Carmelo Zapparrata (critico per La Repubblica e per la rivista Danza&Danza) e Giovanni Boccia Artieri (professore ordinario e Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali all’Università degli Studio Carlo Bo di Urbino). Infine la Giuria degli spettatori è composta dal pubblico più appassionato e motivato del Festival.