Cultura

Gli “angeli” degli sfollati vegliano su Loreto

Terremoto significa vittime e sfollati. Ma, a Loreto, in particolare al centro Giovanni Paolo II e al palazzo Illirico, significa solidarietà, giovani loretani che cercano di portare il loro contributo come volontari, a persone di tutte le età

Quando si dice terremoto, il pensiero va alle famiglie sfollate, ai bambini, agli anziani che non hanno più una casa. Non si pensa subito alle decine di volontari che ogni giorno da quella tragica scossa li seguono per cercare di far vivere loro un po’ di calore e magari strappare anche un sorriso ai visi più tristi. Loreto ha aperto il suo cuore grande da ottobre mettendo a disposizione il centro Giovanni Paolo II e il palazzo Illirico, proprio di fronte alla basilica della Santa Casa, dove sono ospitate almeno 200 persone da Tolentino, uno dei Comuni devastati dal sisma.

I loro “angeli” sono giovani loretani con la passione nel sangue e la voglia di lasciare un segno. Mariabeatrice Alessandrini Socci è una di loro, protagonista di una nuova vita assieme ad altre persone di buona volontà, Michele Marchiani, Sofia e Ambra Cupido, Paolo Marini e tanti altri ragazzi e associazioni che con padre Vincenzo Mattia fanno di tutto per provvedere alle necessità di chi ha perso quasi tutto. «Dal 31 ottobre affianchiamo una task force di aiuti cercando di portare il nostro contributo ma più andiamo avanti più ci accorgiamo che sono loro, queste bellissime famiglie, a cambiarci dentro, in meglio – ci racconta Mariabeatrice -. In particolare portiamo a scuola i bambini e cerchiamo di organizzargli festicciole per non farli sentire soli. Gli adulti sono spaesati e pieni di rabbia ma molto tenaci e contano di ricominciare».

Ci sono anche adolescenti, un’età difficile, di cambiamento, che si trovano ad affrontare questa rivoluzione: «All’inizio piangevano perché non volevano restare, adesso piangono perché sanno di dover ripartire. Basta solo un esempio, questo è un sms scritto da un ragazzo di 15 anni che è appena ritornato a casa: “Ti volevo scrivere questo messaggio perché nel periodo in cui sono stato a Loreto mi sono divertito, forse il terremoto non ha portato solo cose negative. Mi ricordo quel giorno in cui siamo andati al Mc Donald’s, quando hai cominciato a compilare moduli con cognomi a caso. Non mi sono solo divertito però, sono anche cambiato dentro”. Non riesco ancora a trattenere le lacrime nel leggerlo».

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