Cultura

Giorgio Pegoli e La fotografia umanitaria

Volti e occhi di donne e bambini immortalati nel vortice della guerra, in mostra al Museo Nori de' Nobili di Trecastelli da domani (11 marzo). Immagini la cui dimensione vuole essere più etica che estetica

Giorgio Pegoli e La Fotografia Umanitaria

TRECASTELLI – «Per raccontare e svelare, sulle pagine dei giornali, orrore, crudeltà, inutilità e stupidità di ogni conflitto armato, le fotografie di Giorgio Pegoli mostrano i volti, gli occhi di donne e bambini, presi nel vortice della guerra. Ci restano nella memoria proprio in forza della qualità magistrale delle immagini fotografiche che appaiono nella nuova mostra: “Donne e guerra”, allestita al Museo Nori de’ Nobili, di Trecastelli», così il professor Bugatti, direttore del Musinf, descrive la mostra che sarà inaugurata sabato 11 marzo alle ore 18,00.

«Al centro del racconto di Pegoli ci sono costantemente le vittime della guerra. Si tratta dunque di immagini la cui dimensione vuole essere più etica che estetica, anche se, chi ne ha gli strumenti, comprenderà che il messaggio morale passa proprio attraverso quello poetico».

Le foto contenute nell’esposizione appartengono ad una selezione affidata all’autore. Cornici e impaginazioni sono quelle scelte da Giorgio Pegoli, perché anche esse aiutano nella lettura, corrispondendo alla pulsione narrativa dell’autore. Pegoli infatti ha sempre voluto consegnare al pubblico, con semplicità da moderno cantastorie, la sostanza emotiva delle sue esperienze nei teatri di guerra.

«Proprio l’indirizzo filologico della mostra di Trecastelli – scrive nella presentazione il professor Bugatti – è una scelta che penso ci aiuti a meglio conoscere le emozioni, i sentimenti e le intenzioni di un fotoreporter, entrato nella storia del fotogiornalismo per la vastità e qualità della testimonianza».

A dare rilevanza critica internazionale all’opera di Pegoli era stato per primo Charles Henri Favrod, fondatore del Museo della fotografia di Losanna, avendo incluso gli scatti di Pegoli nella sua raccolta e nei suoi libri. Favrod amava sostenere che quello di Pegoli è un reportage umanitario. E’ fatto per raggiungere i cuori. Perciò la testimonianza di Giorgio Pegoli si è esercitata esemplarmente anche nella documentazione dei conflitti minori, marginali, dimenticati. Là dove, senza la documentazione fotografica, il silenzio delle cronache e della storia si sarebbe depositato, nascondendo dolore e sofferenza dei deboli agli occhi dei più.

Questa mostra al Museo Nori de’ Nobili invita a conoscere meglio l’intero percorso fotografico di Giorgio Pegoli, in cui si segnalano momenti diversi, tutti di grande interesse per chi ama la fotografia. Le più vicine si trovano nella vasta e splendida suite di rayografie di Giorgio Pegoli, conservata nella raccolta del Musinf di Senigallia.

Gli scatti effettuati da Pegoli in Puglia, durante un viaggio compiuto insieme a Mario Giacomelli compongono la suite di fotografie, ora conservate dal Museo delle culture europee di Berlino.

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