Cultura

Giardini e parchi storici delle Marche: «Così possono rinascere (grazie al Pnrr)»

Saranno 7, nelle Marche, i parchi interessati dai cantieri. Ecco quali sono

Il parco Miralfiore

ANCONA – Il Pnrr come volano per giardini e parchi storici delle Marche. Un investimento da 11 milioni e 600 mila euro, quello del Ministero della cultura per la Regione Marche. Il via, chiaramente, lo ha dato l’Unione Europea e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Saranno 7, nelle Marche, i parchi interessati dai cantieri. In graduatoria, ci sono il giardino storico Seghetti Panichi di Castel di Lama, il Villa Miralfiore di Pesaro, il Villa La Quiete (per tutti Villa Spada) a Treia. Poi, il Villa Vitali di Fermo e i giardini di Villa Caprile di Pesaro Urbino. Infine, ecco l’Agrumeto del Crocifisso della Società agricola di Rosanna Bartolacci, a Massignano e il Villa Castiglioni di Cingoli.

Viviana Caravaggi Vivian

«In Italia, c’è la tendenza a considerare giardini e parchi storici come una cosa secondaria. Invece, oggi, finalmente si punta l’attenzione su un patrimonio culturale di grande e rilevante interesse – fa sapere Viviana Caravaggi Vivian, presidente dell’Ordine degli Architetti pianificatori paesaggisti conservatori della Provincia di Ancona e coordinatrice federazione architetti Marche – Un progetto, questo, non tanto fine a stesso, ma che può rappresentare un volano turistico ed economico e che riguarda il restauro, la conservazione attraverso il recupero della memoria storica delle peculiarità culturali, architettoniche, ambientali e paesaggistiche. La Regione Marche ha presentato molteplici interventi, sette sono stati finanziati».

E ancora: «Si tratta di iniziative che recuperano e valorizzano ciò che ci è riconosciuto come un valore in tutto il mondo. Pensiamo al giardino all’italiana – prosegue la coordinatrice regionale – il  Miralfiore e il Villa Mosca di Pesaro, o il Panichi di Ascoli. L’obiettivo è recuperare ciò che noi abbiamo di valore nelle Marche e che può essere rivalutato, donando attrazione, nuovi spazi e nuove opportunità a questi luoghi pubblici verdi. Che poi, a dire la verità, non sono tutti pubblici. Ci sono pure giardini privati, messi comunque a disposizione della collettività per una rinascita a livello locale e turistico».

I progetti dovranno essere collaudati entro marzo 2026: «La Regione ha fatto un bando per cercare di formare persone adeguate che possano gestire e interagire con queste strutture. Si parla di architetti, di botanici e di comunicatori per il settore turismo. Così – continua l’architetta – si creano nuove figure per mantenere e gestire strutture che dovranno essere recuperate e valorizzate al loro interno».

«Restituire giardini storici di pregiata bellezza al territorio e contribuire al rafforzamento dei valori ambientali sono gli auspici del Pnrr. Tutto ciò ha ricadute positive sull’ambiente, con la salvaguardia della biodiversità, la regolazione del microclima e la riduzione dell’inquinamento ambientale. Si intende altresì migliorare la qualità della vita dei cittadini, mettendo a loro disposizione spazi ricreativi».