Cultura

Il grande fotogiornalismo ad Ascoli: arriva il Festival del Reportage con opere da tutto il mondo

Dalla Sicilia arcaica ai Gulag albanesi, dalla guerra in Siria al ventre di Napoli: una rassegna di grande spessore culturale in programma dal 23 al 25 luglio

Naples February 2008. A girl looking out onto the terrace of a house during a carnival party.

ASCOLI – Dall’Himalaya alla Sicilia dei Nebrodi, dall’Albania dei Gulag alla guerra nell’ex Jugoslavia, dal ventre caldo e tormentato di Napoli alla cultura dei nativi americani, fino alla Siria dei nostri giorni: ed altro ancora. Tutto questo racconterà la prima edizione del Festival del Reportage, che si terrà ad Ascoli dal 23 al 25 luglio.

Video e radiodoc con workshop e incontri

Una pregevole rassegna di fotogiornalismo, che attraverso video, foto, radio-documentari, workshop approfondirà le vicende storiche e spesso tragiche del nostro mondo. Dieci opere di autori italiani e stranieri, che si presenteranno i loro reportage presso il chiostro del Museo della Ceramica, sede scelta per il Festival.

La Sicilia arcaica prima dello sviluppo

Nella prima serata di venerdi 23 luglio, in programma tre proiezioni. Si comincia con «Deepland», un viaggio personale, a dorso di mulo, lungo i vecchi sentieri dei Monti Nebrodi, delle Madonie e dei Peloritani, prima dello sviluppo delle moderne strade costituivano il collegamento naturale tra le città e i campi di Sicilia, e dunque gli assi commerciali regionali. A realizzare il reportage Roselena Ramistella, fotografa siciliana che nel 2018, proprio con Deepland, ha vinto i Sony Awards nella categoria Natural world & Wild life.

La tragedia della guerra nell’ex Jugoslavia

A seguire il lavoro sull’ex Jugoslavia – andata in pezzi dopo le guerre iniziate nel 1991 – curato da Marina Lalovic, nata a Belgrado e che poi nel 1999 si è trasferita in Italia. Titolo del Radiodoc, che è un emozionante raccolto di vite personali divise tra due mondi, sulla sfondo di un conflitto tragico nel cuore dell’Europa, è «Partire, restare, tornare». Chiude la prima serata del Festival «La giusta distanza dal caos» di Mario Spada, con scatti tutti in bianco e nero per esplorare il ventre caldo di Napoli.

Sabato 24 luglio aprirà poi la rassegna il reportage fotografico di Massimo Di Nonno «The Transumance» incentrato sulle migrazioni di greggi e pastori tra Puglia e Molise, mentre subito dopo sarà la volta della Siria.

La prigioniera politica dei Gulag albanesi durante il regime comunista

La Siria e la distruzione dell’antica Palmira

Un documentario di 30 minuti di Giorgio Bianchi, racconta la battaglia di Palmira, con la conquista dell’antica città romana da parte dell’Isis e la distruzione del grande patrimonio architettonico e culturale presente sul luogo. Un filmato assolutamente da vedere, intitolato «Palmira. La battaglia per salvare i tesori della Siria». Dopo il Medioriente nel caos, ci si tuffa nella cultura dei nativi americani con «The Red Road Project» di Carlotta Gardana.

I gulag albanesi durante il regime comunista

Domenica 25 luglio, 4 opere in calendario nella rassegna ospitata ad Ascoli. Sono il video documentario di Emanuele Confortin «Kinnahur Himalaya» e a seguire il radiodoc di Matteo Tacconi «La mia vita nei Gulag albanesi». Al centro la storia di Rudina Dema , prigioniera politica del regime di Tirana e poi fuggita in Italia nel 1991, alla caduta del Comunisimo. La versione scritta di questa narrazione, ha vinto il True Story Award, premio internazionale per il giornalismo. Al Festival del Reportage, verrà presentata la versione audio, inedita.

Chiuderanno poi la manifestazione «Varco Appennino» di Simone Donati e «Blod» di Jacob Balzani Loov.

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