Cultura

Fontane storiche, al via il restauro

Il Comune di Loreto avvia i lavori di restauro per Fonte della Costa d'Ancona e Fonte del Carpine, per un importo di 656mila euro finanziato con fondi Fas

Loreto, acquedotto

LORETO – Loreto ha affidato i lavori delle ultime due fontane da restaurare, Fonte della Costa d’Ancona e Fonte del Carpine. Gli interventi rientrano nell’accordo di programma firmato tra Regione Marche e Comune di Loreto denominato “Progetto di recupero mura e fonti storiche” per un importo di 656mila euro finanziato con fondi Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate).

Le fonti storiche hanno un grande valore per Loreto e con il recupero si tenta di accrescere l’interesse dei pellegrini arricchendo la visita della città con altri percorsi storici e architettonici, ampliando l’offerta turistica e culturale e di conseguenza anche le occasioni di lavoro.

In passato in città, per sostenere la maggiore richiesta d’acqua, sono state realizzate e utilizzate strutture idrauliche importanti come l‘acquedotto pontificio, visibile in contrada Archi, che si alimentava da sorgenti presenti nel comune di Recanati, serbatoi storici come quello del Monte Reale e tutta una serie di fontane monumentali, Fonte della Buffolareccia (già restaurata), Fontana di Via della Croce (restauro concluso nel 2016), Fonte del Carpine (restauro in corso), Fonte della Costa d’Ancona (restauro in corso) e Fonte delle Bellezze (già restaurata).

A queste si aggiungono due fontane alimentate in passato dall’acquedotto pontificio: la Fonte dei Galli che adorna piazza Leopardi e la fontana della Madonna, al centro dell’omonima piazza e proprio di fronte alla facciata principale della Basilica della Santa Casa.

Fonte della Costa d’Ancona

L’opera, su disegno di Giovanni Boccalini, è stata realizzata nel 1574 a lato della Costa d’Ancona, una delle vie principali d’accesso a Loreto, incassata per diversi metri a causa della pendenza del terreno. Il piazzale antistante è delimitato da tre muri di sostegno alti fino a cinque metri e, in uno di essi, si aprono due fornici che contengono i lavatoi. Tutta la costruzione è di mattoni con pietre d’Istria sul bordo dei lavatoi e su tre dei quattro piedritti dei fornici. Nel prospetto principale il doppio marcapiano di mattoni è sormontato da lesene e timpano recante uno stemma con la Santa Casa. Il piazzale, di forma rettangolare, è pavimentato con mattoni posti di taglio che formano canalizzazioni e pendenze per il deflusso dell’acqua. In muratura, a due campate, ricoperta di coppi, serviva per abbeverare gli animali, lavare i panni e per attingere acqua da bere. La sua denominazione è dovuta alla croce che sorge, poco distante, sul punto più elevato della strada. I lavori sono stati affidati alla ditta Alessandrini di Montefortino.

Fonte del Carpine

L’opera risale almeno al XIV secolo. Si parla già di una Fontis Carpi dal 1346, negli annali del Comune di Recanati. La fontana è stata ricostruita alla fine del XVI secolo, come descritto nella lapide con il nome del cardinale Protettore Giulio Feltrio della Rovere. Anche questa fontana è attribuita a Giovanni Boccalini. Di forma allungata, la fontana si affaccia, con il prospetto maggiore, lungo via Carpine. A essa si accede attraverso una scalinata essendo mediamente incassata di un metro e mezzo metri rispetto al livello stradale. La fontana ha una forma rettangolare con una vasca posteriore scoperta, un lavatoio con volta a botte e la fonte quadrata coperta da due volte a botte concentriche. Intorno c’è uno stretto passaggio delimitato dal muretto perimetrale di contenimento. La condotta di deflusso delle acque di scolo che si apre sullo spigolo posteriore sinistro è recuperabile. La costruzione è in mattoni a faccia vista, mentre i bordi delle vasche e i piedritti angolari della volta mediana e di quelli che coprono la fonte sono in pietra d’Istria. Attorno all’arco principale che delimita il fornice della fonte ci sono due lapidi e, sopra, uno stemma con la Santa Casa. Il lavori sono stati affidati alla ditta Compagnucci di Cingoli.

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