Cultura

“La dimensione dell’azzurro” di Franco Cecchini ad Arcevia con dedica a Carlo Urbani

L'artista di Jesi dedica la sua mostra fotografica al medico di Castelplanio, «al suo sguardo sensibile, alla sua appassionata ricerca, ai suoi sconfinati orizzonti»

Torre dell'Orso 2019
Franco Cecchini, Torre dell'Orso, da "La dimensione dell'azzurro"

Venerdì 2 luglio ore 17,30 presso il chiostro del Centro Culturale San Francesco di Arcevia, inaugura “La dimensione dell’azzurro”, mostra fotografica di Franco Cecchini con dedica a Carlo Urbani, promossa dal Comune di Arcevia e dall’A.I.C.U. in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Marche-Museo Archeologico Statale di Arcevia, con il patrocinio del Comune di Castelplanio. Vi sono esposte alcune delle opere dell’autore jesino, che dal 2011 – dopo una lunga attività di esperto del settore culturale presso il Comune di Jesi, il Teatro Pergolesi e il Centro Studi Valeria Moriconi – ha intrapreso una sua personale ricerca espressiva attraverso il linguaggio della fotografia. La mostra, programmata nel quadro delle attività estive di Arcevia, sarà visitabile fino al 26 settembre in una duplice sede del Polo Culturale: nella galleria espositiva della Biblioteca Comunale e in una sala del Museo Archeologico Statale.

“La dimensione dell’azzurro” è dedicata a Carlo Urbani «al suo sguardo sensibile, alla sua appassionata ricerca, ai suoi sconfinati orizzonti» ed è promossa con l’Associazione Italiana Carlo Urbani Onlus, che porta avanti l’impegno e la memoria del medico eroe deceduto 18 anni fa a Bangkok a causa della Sars. Urbani era originario di Castelplanio come l’autore della mostra e aveva la stessa passione per la fotografia, documentata da tre suoi scatti esposti sullo stesso tema e riprodotti nel catalogo.

È il prof. Alberto Pellegrino con un suo testo a presentare ad Arcevia questo ultimo e impegnativo «percorso di ricerca visiva» di Franco Cecchini che, ispirandosi al verso di Alexandr Blok «L’azzurro non si misura con la mente», ha voluto raccontare questa dimensione cromatica attraverso una sequenza di immagini ordinate in dittici che s’interfacciano e dialogano tra loro fino a formare un unico e immaginario racconto, dove l’azzurro «ha una dimensione a se stante, ha una sua sostanza» che supera la realtà e permette di trovare in ogni fotografia un significato in grado di richiamare «il sogno, la libertà, l’avventura, la fantasia, l’evasione. Fino all’indefinito, all’infinito, all’Assoluto».

Franco Cecchini, Sfera celeste da “Atlante” di Bruno d’Arcevia

Altri testi critici di Fabio Ciceroni, Gabriella Lalia e Riccardo Picciafuoco arricchiscono il catalogo, pubblicato lo scorso anno in occasione della mostra a Palazzo Bisaccioni di Jesi grazie al contributo del Comune di Castelplanio che ha concesso il suo patrocinio anche alla mostra di Arcevia, ove il Sindaco Badiali all’inaugurazione presenterà il progetto di museo dedicato a Carlo Urbani.

Per iniziativa concordata tra Assessorato alla Cultura e Direzione del Museo Archeologico statale, una nuova sequenza di foto di monumenti in pietra, proiettati nell’ «arcano varco» dell’azzurro, sarà esposta in una sala accanto ai preziosi reperti ivi raccolti. Mentre nella galleria della Biblioteca verrà delineato – a fronte delle immagini d’oggi della “Dimensione dell’azzurro” – un nuovo percorso fotografico curato dallo stesso autore sulle tracce dell’Azzurro Giotto, «un cielo senza tempo, di assoluto azzurro», rivoluzionario per l’epoca. Il dittico con le mani sulla sfera celeste, dalla statua di Atlante di Bruno d’Arcevia, sugella il nuovo allestimento.

Sia nell’incontro inaugurale che nella visita agli spazi espositivi della mostra saranno rispettate le normative anti-Covid in vigore. Ingresso libero alla Biblioteca Comunale, ingresso con biglietto di € 3 al Museo Statale. Per informazioni sugli orari della mostra aperta tutti i giorni (il Museo è chiuso il lunedì), telefonare a: Ufficio Turistico 0731.9127 / Biblioteca Comunale 0731.984561 / Museo Archeologico 0731.9622.

Franco Cecchini

Franco Cecchini dal 1979 ha lavorato nel Comune di Jesi, prima dando vita al Centro Culturale Polivalente, poi passando alla direzione del Teatro Pergolesi e creando nel 2005 il Centro Studi e Attività Teatrali Valeria Moriconi. Ha conseguito all’Università di Urbino la laurea in sociologia con indirizzo in discipline delle arti e dello spettacolo. Ha sempre coltivato la passione per le arti visive, l’esercizio dell’occhio e il piacere dello sguardo, della visione. Ha curato mostre e cataloghi.

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