Cultura

Giacomo Medici, l’italiano che canta il tango

Una carriera internazionale da Chiaravalle all’America Latina. Con il “Giacomo Medici Tango Ensemble” si esibirà il 26 marzo al Teatro di Montemarciano, ospite d’onore il musicista e compositore argentino Javier Girotto

Giacomo Medici

È la musica più sensuale del mondo, un ballo provocante e intenso, un canto “con la lacrima in gola”. È il tango, molto più di una canzone, molto più di una danza: una poetica, un’interpretazione, un modo di esprimersi e di sentire, una finestra sulle passioni più profonde dell’animo umano.

Giacomo Medici ne è un cultore, e con la sua splendida voce di baritono lo interpreta spesso in tournée in Europa e in America Latina. A molti è noto come “l’italiano che canta il tango” – così lo descrive un documentario trasmesso da emittenti nazionali e latinoamericane; per la sua attività musicale, il cantante marchigiano è stato inserito dalla rivista Cosmopolitan e dalla critica tra le realtà più interessanti della nuova scena artistica italiana.

La carriera musicale di Giacomo Medici – che vive a Chiaravalle – è multiforme e interessante, a cominciare da una intensa attività lirica, come baritono, che lo ha portato a collaborare con i premi Oscar Woody Allen, Dante Ferretti, Gabriella Pascucci e i direttori d’orchestra Bruno Bartoletti, James Conlon, Bruno Campanella, Daniele Callegari, Renato Palumbo, Michele Mariotti, Donato Renzetti. È stato anche voce di progetti che vanno dalla musica d’autore alla world music, ambiti cui ancora oggi collabora come compositore ed autore. Ha fondato, inoltre, il Giacomo Medici Tango Ensemble, formazione composta da musicisti italiani ed argentini, tra cui Pablo Corradini (bandoneon), Mauro Gubbiotti (pianoforte), Giannina Guazzaroni (violino), Aloisa Aisenberg (violino) Carlo Celsi (violino) e Roberto Gazzani (contrabbasso). Con questo gruppo interpreta i classici del tango ispirandosi a quei cantanti che hanno fatto la storia di questo genere, tra quali Julio Sosa, Edmundo Rivero, Jorge Falcon e l’immenso Carlos Gardel. Prerogativa del Giacomo Medici Tango Ensemble è quello di riproporre i brani nel rispetto dei loro compositori, ma con rinnovate sensibilità e sonorità, adattando le partiture orchestrali di autori quali D’Arienzo, Varela, Canaro, Fresedo, Pugliese, Troilo e Piazzola, per citarne alcuni, alla formazione di quintetto/sestetto formato da voce, bandoneon, pianoforte, violino e contrabbasso.

“Passione e canto” sono le cifre stilistiche del Giacomo Medici Tango Ensemble. Come è nata questa avventura?
«Dieci anni fa ho avuto l’occasione di avvicinarmi al tango cantando in un recital lirico in tour nei teatri argentini. Ho scoperto un repertorio che ho avuto modo poi di approfondire cantando in Argentina, da Buenos Aires alla Patagonia, nei luoghi che hanno segnato la storia del tango. Sicuramente è una passione che è maturata approfondendo la conoscenza di grandi autori, su tutti Carlos Gardel il padre del tango canciòn, di cui si dice che il grande tenore Enrico Caruso, dopo averlo ascoltato in audizione, disse: “Lei canta come se avesse una lacrima nella gola”. Da qui l’amore per i grandi classici e per il loro stile interpretativo».

C’è un legame tra canto lirico e tango? E quali sono le caratteristiche del tango che ne fanno ancora oggi uno dei generi musicali più amati?
«Inizialmente alcuni cantanti di tango erano di origine italiana e il modo all’italiana, di tipo lirico, si è rivelato importate per cantare alcune partiture di canto, in particolare per quanto riguarda l’impostazione tecnica. Altrettanto importanti, nel tango, sono la capacità interpretativa e la passionalità; nel mio repertorio sono i testi che si addicono a vocalità scure, e che trasmettono messaggi di tenebra e di oscurità; la voce non può sconfessare il messaggio, il tutto deve essere legato da una estrema morbidezza e da una suadenza difficile da raggiungere. Cosa piace del tango? Ancora oggi è un passe-partout che coinvolge emozioni profonde, i testi parlano in maniera molto passionale di temi quali la morte, la sfida, l’abbandono, tutto ciò che ribolle nella vita… ed è questo che conquista».

Prossimi appuntamenti?

«Mi occupo della direzione artistica della manifestazione Pasiòn y Canto Latin Weekend, la cui nuova edizione è prevista per il 25 e 26 marzo presso il Teatro Alfieri di Montemarciano; due giorni di incontri, concerti ed eventi legati alla cultura tanguera e alle sue contaminazioni. Si apre il 25 marzo alle ore 17 con l’incontro su “Rodolfo Mondolfo, un marchigiano in Argentina”, introdotto da Jacopo Falà, che illustrerà l’importanza rivestita dal filosofo senigalliese in America Latina; alle 18, la videoproiezione “Intreccio di passioni: il tango incontra la fotografia”, a cura di Manuela Fratoni e del Circolo Fotografico Avis di Chiaravalle. Domenica 26 marzo, alle ore 18 il Giacomo Medici Tango Ensemble suona insieme ad un ospite d’onore, del musicista e compositore argentino Javier Girotto, artista di fama mondiale che proporrà alcuni brani del suo repertorio tra jazz e musica tradizionale argentina, per poi prestare il suo sassofono alle suggestioni tanguere dell’orchestra. Ad impreziosire l’esibizione saranno gli interventi dei ballerini e maestri Alessandro Esposto e Sara Porfiri, ex campioni europei di tango. A concludere la rassegna la Noche Milonguera, presso i locali sottostanti al teatro Alfieri: dalle ore 20.30 gli appassionati di tango potranno ballare accompagnati dalle note della TJ La Morocha; sarà possibile inoltre prendere parte ad un aperitivo-buffet a tema, curato per l’occasione dallo chef Simone Paolucci in collaborazione con la food blogger Gloria Mengarelli, per tutti coloro che vorranno trattenersi dopo il concerto domenicale».

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