Cultura

Bon ton e danze per festeggiare l’Unità d’Italia

I bambini sono il futuro e quella di domenica scorsa per gli alunni della scuola primaria “Marta Russo” di Osimo è stata anche una grande educazione di portamento e gentilezza attraverso il ballo

OSIMO – Nella seconda metà dell’Ottocento, durante le grandi feste da ballo di società, il comportamento degli uomini nei confronti delle donne seguiva un’etichetta ben definita, un insieme di regole di bon ton che portava a essere eleganti nei movimenti ed educati negli atteggiamenti.

Tutto questo è stato insegnato, e si è visto domenica 19 marzo, ai venti alunni della classe quinta B della scuola primaria “Marta Russo” di Osimo che hanno danzato per festeggiare la ricorrenza dell’Unità d’Italia nella sala Maggiore del palazzo Comunale a conclusione di un progetto biennale denominato “Musica e movimento” proposto e realizzato dall’Accademia di danze ottocentesche di Ancona.

Bastava vedere gli occhi lucidi di mamme, zie e nonne per capire il buon lavoro che il professor Roberto Lodi, insegnante dell’Accademia di danze ottocentesche, ha svolto negli ultimi mesi in collaborazione con la maestra Silvana Baleani. Leggiadre damigelle vestite di candido bianco e i loro cavalieri, con tanto di coccarda tricolore appuntata sul petto, hanno dato vita a coreografie tratte da manuali storici sulle note musicali dei grandi compositori del 19esimo secolo.

Agili movimenti, sorrisi e inchini hanno caratterizzato la giornata durante l’esecuzione delle danze che sono state apprezzate dal numeroso pubblico intervenuto. Particolarmente applaudito il momento finale quando i giovani cavalieri hanno donato alle proprie damigelle una rosa con tanto di sorriso, inchino cavalleresco e baciamano, ben lontano dalla pacca sulla spalla e dal “ciao come va!” dei giorni nostri, ricevendo in cambio un pudico sorriso accompagnato da una leggera riverenza, comportamento tipico dell’epoca.

Una giornata di altri tempi che sicuramente rimarrà impressa nelle giovani menti degli alunni e dei tanti parenti intervenuti.

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